Alla Rocca va in scena il "Bestiario d'amore" di Vinicio Capossela
L’Amore apre i cancelli allo zoo che ci portiamo dentro: parola di Vinicio Capossela, pronto a snocciolare, con il rigore dell’etologo e la fantasia di un chiassoso e onnivoro menestrello, tutte le metamorfosi del sentimento, quello che “attiva in noi il lupo, il coccodrillo e la sirena, ci rende parenti stretti del licantropo, del corvo e dell’asino selvaggio, rende credibili la fenice e l’unicorno”. Per domare o scatenare questa fauna interiore? Lo scopriremo giovedì 17 giugno, alle 21.30, alla Rocca Brancaleone, quando il Bestiario d’amore sfilerà in scena per Ravenna Festival, guazzabuglio di musiche selvatiche liberate dall’ingegno scapestrato e vagabondo di Vinicio con la complicità dell’Orchestra Bruno Maderna diretta da Stefano Nanni.
Il concerto ripercorre l’omonima e immaginifica opera del XIII secolo con cui Richard de Fournival analizza, secondo lo schema dei bestiari medievali, tutte le forme che l’amore può incarnare: “L’innamorato è un mostro – dice Capossela – sopraffatto dalla necessità di mostrarsi… mai si è tanto soli e affollati di mostri come da innamorati. E, non potendo evitare l’amore, lo celebreremo in forma di bestiario”. L’appuntamento è già sold out ma sarà in streaming su ravennafestival.live.
“Nel corso del tempo viene naturale cercare di collocare la propria vita in una dimensione più ampia, universale – ha spiegato Capossela, in un’intervista a Rolling Stone, circa il proprio progressivo spostarsi dalla scrittura più evidentemente autobiografica all’ispirazione di miti e letteratura – in questo le storie del mondo che tutti conosciamo hanno una grande forza e queste metafore hanno il vantaggio di non esaurirsi con la mia persona. Mi sembra che attingere a qualcosa che l’uomo ha già, che si è già inventato, ci dia un respiro più ampio, ci permette di non esaurirci nella nostra piccola vita”.