Benigno Zaccagnini e la città di Ravenna: il racconto di uno storico legame
Sabato 16 novembre, alle 10.00, alla Sala Corelli del teatro Alighieri di Ravenna si tiene la presentazione del libro "Lavorare d’impegno. Benigno Zaccagnini e la città di Ravenna", con i contributi di Tito Menzani, Matteo Pezzani e Salvatore Tagliaverga.
Apre la presentazione con un suo intervento il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, seguono gli interventi degli autori del volume e di Aldo Preda del Centro Studi Donati.
Il volume è curato dall’Istituto Storico, per incarico del Comune di Ravenna, contiene una originale ricerca sul rapporto intercorso negli anni fra Benigno Zaccagnini e la città di Ravenna.
Benché fosse nato a Faenza nel 1912, e la famiglia avesse dovuto seguire il padre ferroviere in diverse sedi di lavoro, è qui che Zaccagnini giunse alla fine degli anni Venti, in tempo per concludere gli studi liceali, prima di laurearsi in Medicina all’Università di Bologna nel 1937.
A Ravenna inizia il suo percorso all’interno della comunità cattolica, prima nella parrocchia di Santa Maria in Porto poi nella FUCI, l’impegno del giovane medico a Santa Teresa, cui fecero seguito il servizio militare in Jugoslavia negli anni della guerra, poi la militanza clandestina durante la lotta partigiana che lo porterà a ricoprire il delicato ruolo di Presidente del Comitato di Liberazione ed a ricevere in municipio gli Alleati al loro arrivo in città.
Eletto nel 1946 all’Assemblea Costituente, Deputato dal 1948 al 1979 poi Senatore nella IX e X legislatura, Ministro in vari dicasteri e Segretario nazionale della DC, Zaccagnini si spese sempre a favore di questo territorio e, in sinergia con le amministrazioni locali, ebbe parte importante nello sviluppo industriale della città, durante la fase di trasformazione del porto e nelle infrastrutture che avrebbero rappresentato le premesse agli anni del cosiddetto boom economico.
Il libro nelle sue circa duecento pagine, contiene un inquadramento generale di Tito Menzani, docente di Storia economica e dell’impresa all’Università di Bologna, e due saggi di giovani ricercatori locali, quali Matteo Pezzani (giornalista di RavennaToday) e Salvatore Tagliaverga, che hanno indagato in dettaglio rispettivamente il periodo giovanile nel mondo cattolico e nella Resistenza e quello più ampio del politico nazionale, che seppe tenere insieme, in anni difficili, etica, economia e relazioni sociali con numerose personalità decisive della vicenda nazionale.
Oltre ad una ricca documentazione fotografica il volume, che esce per i tipi dell’editore Longo e con il sostegno della Banca di Credito cooperativo ravennate forlivese e imolese, contiene anche un’appendice di documenti, spesso inediti o poco noti, che insieme ad una postfazione di Aldo Preda, introducono alla conoscenza di un protagonista del Novecento ravennate, che a trent’anni dalla scomparsa meritava una degna ricostruzione biografica, vista dall’orizzonte della città per la quale Zac si è speso maggiormente, con impegno e discrezione.