Con "Furore" Massimo Popolizio dà voce ai popoli erranti di Steinbeck
Massimo Popolizio inaugura la stagione di prosa al Comunale di Russi mercoledì 3 novembre alle 20.45, e in replica giovedì 4 novembre, con Furore, lo spettacolo nato dal lavoro svolto insieme a Emanuele Trevi sul romanzo di John Steinbeck, emblema della Grande Depressione americana, ma mai come oggi attualissimo, nell’epoca della crisi climatica e migratoria globale che stiamo vivendo.
Nell’estate del 1936, il San Francisco News chiese a John Steinbeck di indagare sulle condizioni di vita dei braccianti sospinti in California dalle regioni centrali degli Stati Uniti, soprattutto dall’Oklahoma e dall’Arkansas, a causa delle terribili tempeste di sabbia e dalla conseguente siccità che avevano reso sterili quelle terre coltivate a cotone. Il risultato di quell’indagine fu una serie di articoli da cui l'autore americano generò, tre anni dopo, nel 1939, il romanzo Furore. Quello a cui Massimo Popolizio dà vita sul palcoscenico è il racconto di come John Steinbeck trasformò quella decisiva esperienza giornalistica, umana e politica in grande letteratura.
"È una straordinaria figura di narratore - nello stesso tempo arcaica e modernissima - che può prendere forma in un lavoro di drammaturgia basato sul capolavoro di John Steinbeck. E forse non c’è un attore, nel panorama teatrale italiano, più in grado di Massimo Popolizio di prestare a questo potentissimo, indimenticabile «story-teller» un corpo e una voce adeguati alla grandezza letteraria del modello. Leggendo Furore impariamo ben presto a conoscerlo, questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Tutto, nel suo lungo racconto, sembra prendere vita con i contorni più esatti e la forza d’urto di una verità pronunciata con esattezza e compassione.