"Uomini e pecore": Davide Enia inaugura il 'Ridotto degli Autori' a Faenza
Sarà Davide Enia ad inaugurare gli Incontri previsti per Il Ridotto degli Autori e dei Lettori, organizzati dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Faenza e dalla Biblioteca Comunale, in collaborazione con Accademia Perduta/Romagna Teatri. Lo scrittore, drammaturgo e attore palermitano, già autore di Maggio ’43, presenterà, lunedì alle ore 21 al Ridotto del Teatro Masini, il suo romanzo Uomini e pecore edito da EDT. A condurre l’incontro saranno Roberto Pozzi e Paolo Martini. L’ingresso è gratuito.
La pasta alla carbonara, piatto simbolo della cucina di Roma, non compare in nessun ricettario prima del 1944. Non è presente, per esempio, nella “bibbia” della cucina capitolina, La cucina romana, scritto da Ada Boni, edito nel 1930. Come ricorda l’autore di Uomini e pecore: “con un tale carico proteico, in quell’Italia lì, ci avrebbe mangiato un’intera famiglia per giorni e giorni”. La carbonara, dunque, nasce durante la guerra. Ed è proprio con la Seconda Guerra Mondiale che comincia Uomini e pecore, un testo che unisce la grande storia (quella che si studia sui manuali) alla storia piccola, privata, spaziando nel gusto e nei secoli.
C’è il comandante Decimo Giunio Bruto, che conosce il cuore dei propri legionari. C’è Ciro, giovane di un porta dispacci che entra a Roma due giorni prima degli Alleati, e vi trova l’amore. E c’è Giovanni, nipote di Ciro, appassionato di poesia e di cotture lente, che grazie al memoriale del nonno e alle sue instancabili narrazioni orali, porta fino ai giorni nostri la straordinaria storia che comincia nell’inverno del 1944, a Cassino, con le uova di donna Gomena e la pancetta dei militari americani, per arrivare nella credenza di una casa della Capitale, la casa di una famiglia ebrea, dove il protagonista si nasconde dai rastrellamenti nemici.
Questo testo di Davide Enia non è soltanto una storia, commovente ma anche scanzonata, dei fili che la vita intesse nel tempo; è una dichiarazione d’amore a tre grandi piatti della cucina romana: la carbonara, i carciofi alla giudia e la coda alla vaccinara. È un piccolo spaccato della bellezza di Roma. E la prova, se ce ne fosse bisogno, che, a volte, il cibo salva la vita.
Davide Enia, palermitano, è il più famoso “cuntastorie” italiano. Già noto al pubblico dei teatri italiani per i suoi spettacoli (su tutti, Maggio '43, Italia-Brasile 3 a 2 e Scanna), nel 2012 ha esordito con il romanzo Così in terra (Dalai), raggiungendo la finale del Premio Strega. È pubblicato e tradotto in quindici stati. Da molti anni Roma è la sua casa, e il cibo una sua viscerale passione.