Flavio Giurato. E la scomparsa di Majorana diventa musica
Venerdì 8 aprile, ore 21.30 al Bronson, Flavio Giurato, storico songwriter romano presenterà dal vivo il suo nuovo album “La scomparsa di Majorana” (sottotitolo “Disco manifesto e apologia dalla musica organica garantita senza BPM”) uscito nel 2015 con dieci tracce tra voci profonde, racconti on the road, contaminazioni psichedeliche e gusto analogico.
Nato nel 1949, ha esordito su Dischi Ricordi nel 1978 con l’LP “Per futili motivi”, un concept album sulla storia di un ragazzo nel periodo del fascismo e dello scoppio della seconda guerra mondiale. Quattro anni dopo arriva il suo successo radiofonico “Il tuffatore”, ai tempi lanciato anche in tv da Marco Massarini nella sua trasmissione Mr. Fantasy. Nell’arco dei successivi tre decenni, Giurato pubblicherà altri tre LP fino all’uscita di “La scomparsa di Majorana”, un ritorno di uno dei songwriter italiani più sotterranei e apprezzati dalla critica.
Flavio Giurato è senza dubbio il segreto meglio custodito della scena cantautorale italiana, per alcuni il più grande cantautore italiano vivente.
Fratello del giornalista Luca, artista di culto per addetti ai lavori e appassionati, autore di tre album meravigliosi tra il 1978 e il 1984 (“Per futili motivi”, “Il Tuffatore” e “Marco Polo”), a distanza di dodici anni dal suo ultimo lavoro, “Il manuale del cantautore”, è ritornato con un nuovo disco, “La scomparsa di Majorana”, un capolavoro, definito da Christian Zingales della rivista Blow Up – che l’ha inserito al secondo posto, dietro “Carrie & Lowell” di Sufjan Stevens, nella top 10 dei migliori album usciti nel 2015 – «un disco che in futuro sarà adorato come un monolite sacro». Disco manifesto e apologia dalla musica organica garantita senza bpm. Album dedicato soprattutto alla grande ricerca degli armonici, il più ambizioso dei segreti del suono. La tastiera che si sente accompagnare le chitarre non esiste. Quel suono è creato spontaneamente dagli armonici. Dieci tracce per un lavoro pensato come un album analogico e rigorosamente destinato a un ascolto in cuffia che possa ricreare le complesse atmosfere dello splendido isolamento nel Val d’Arno, dove è stato registrato da Andrea Cozzolino con la produzione artistica di Piero Tievoli. Il lavoro di pre-produzione è durato quattro anni, come le quattro stagion,i nella sede della Entry di Roma con il pianoforte Steinway O180 e la cura di Guido Celli, giovane poeta romano. “La scomparsa di Majorana” ha visto l’impiego di chitarre Fender, Gibson, Rickenbacker, Nicola De Bonis e Aegilium. Tutta la lavorazione è stata eseguita in accordo con le fasi lunari.
Ingresso 10 € (8 € + d.p. in prevendita)
Info: 333 2097141
www.bronsonproduzioni.com