Paolo Cavassini indaga l'uso politico di Dante dal Risorgimento al fascismo
Venerdì 26 marzo, alle 18.30, in diretta Facebook sulla pagina di Tessere del 900 e su Zoom, si svolge la conferenza di Paolo Cavassini dal titolo “Padre della Lingua, Padre della Patria. L'uso politico di Dante dal Risorgimento al fascismo”.
Il mito di Dante Alighieri come anticipatore dell’Italia che si accingeva a risorgere e a rivendicare la sua indipendenza nacque nell’Ottocento, nel nuovo scenario politico e culturale seguito alla Rivoluzione francese e alla nascita dei nazionalismi. Dante venne consacrato come poeta della nazione nel 1865, quando il sesto centenario della nascita venne celebrato nell’Italia finalmente unita in unico Regno. Da allora il culto di Dante divenne un vero e proprio mito per raggiungere il culmine nel 1921 con le celebrazioni a Ravenna del VI centenario della morte. Durante il ventennio il nome di Dante fu evocato come simbolo supremo della Nazione e Mussolini venne rappresentato dalla propaganda come "Il Veltro profetizzato dall'Alighieri".
Paolo Cavassini (Ravenna, 1964), ricercatore storico, si dedica da diversi anni allo studio e all’approfondimento di tematiche legate alla storia locale e nazionale, con particolare attenzione per le vicende del confine orientale, per l'irredentismo e per l'impresa di Fiume. Fra le sue pubblicazioni si segnala: Fiume. Un racconto per immagini dell'impresa di D'Annunzio ( LEG Edizioni 2019i; con Mimmo Franzinelli). Nero Ravenna: la vera storia dell'attentato a Muty ( Edizioni del Girasole 2002, con Nino Carnoli) . Gastone Canziani A Fiume con D'Annunzio. Lettere (1919-1920) Longo Ravenna 2008