Sonate popolari sul palco con Gilles Apap e Alfredo Oyágüez Montero
Dopo il concerto inaugurale di Sergio Cammariere con la special guest Giovanna Famulari, la stagione concertistica ERF&TeatroMasiniMusica entra nel vivo – sabato 18 novembre, ore 21.00, al Teatro Masini di Faenza - con un duo d’eccezione formato dal violinista di fama mondiale Gilles Apap, allievo del grande Yehudi Menuhin che lo definì “un vero violinista del 21° secolo", e dal pianista Alfredo Oyágüez Montero, abile interprete sia di musica da camera sia di repertorio vocale, qui insieme per una proposta originale e varia, tra suite popolari, sonate e preludi.
Un programma piuttosto eclettico quello che Gilles Apap e Alfredo Oyágüez Montero presentano in questo concerto, spaziando in epoche e stili molto diversi, dal classicismo mozartiano al ‘900 americano di Gershwin, dal profumo liederistico della sonata di Brahms ai profumi folklorici della Spagna di De Falla. La sonata per violino e pianoforte di Mozart è stata scritta quando l’autore aveva 22 anni ed inserita in un gruppo di cinque sonate che terminò a Parigi, in uno dei suoi tanti viaggi alla ricerca di commissioni (oggi li chiameremmo sponsor), ma con risultati abbastanza deprimenti. Dei quattro compositori che il violino di Gilles Apap e il pianoforte di Alfredo Oyâgüez Montero eseguiranno nella serata, Mozart è, infatti, l’unico compositore che non raggiunse la fama meritata ancora in vita ed ebbe parecchi problemi economici. La Suite popolare spagnola di Manuel de Falla, il più famoso dei compositori spagnoli del Novecento, arriva invece da una rielaborazione per violino e pianoforte delle “Siete canciones populares españolas”, composizione in cui de Falla, per la prima volta, utilizza chiaramente stilemi derivanti dal folklore del suo paese. I tre preludi per pianoforte di Gershwin, sono stati composti nel 1926 su ispirazione dei 24 Preludi di Frédéric Chopin, combinando momenti classici con elementi jazz per formare un insieme efficace, e possono essere suonati singolarmente o come una piccola sonata jazz. La “Regensonate” di Brahms, che chiuderà il programma, è un meraviglioso brano di musica da camera pervaso da una malinconia struggente e sognante, che Brahms riprende da un proprio Lied, Regenlied (canzone della pioggia) composto qualche anno prima su una lirica dello scrittore Klaus Groth, un auto-prestito che varrà alla sonata l’appellativo di Regensonate.