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Romagna terra di grandi personaggi

Romagna terra di grandi personaggi

A cura di Lorenzo Matteucci

San Romualdo, l'asceta di Ravenna che fondò l’eremo di Camaldoli

La sua regola aurea - che ci fornisce un consiglio che sembra ritagliato su misura per la nostra vita frenetica - recita: “Siedi nella tua cella come nel Paradiso, scordati del mondo e gettalo dietro le spalle”

Anche quando ancora la Romagna era forse più un’espressione geografica prima che culturale, non mancava di partorire personaggi che hanno fatto la storia del territorio. In questo caso, si tratta di una storia che affonda le sue radici in un passato lontano, ma i cui frutti sono ancora fruibili al giorno d’oggi.

A Ravenna, presumibilmente nel 951-952 d.C., nasce Romualdo, discendente da nobile famiglia. In gioventù, matura presto la vocazione ad un’esistenza di meditazione e preghiera, entrando nel monastero - poco lontano dal suo luogo di nascita - di Sant’Apollinare in Classe.  Tuttavia, per via delle sue origini nobili, viene spesso richiesto per svolgere compiti diplomatici, siano essi di tipo politico o di tipo ecclesiastico, ed entra spesso in contatto con le più alte sfere del potere, viaggiando moltissimo. Lo troviamo dapprima a Venezia e in Catalogna e poi, dal 998-999, di nuovo nella penisola italica. 

Da questo momento, a seguito della sua rinuncia alla carica di abate di Sant’Apollinare in Classe, comincia il suo girovagare senza sosta: lo troviamo così dall’eremo di Pereo al Verghereto, da Montecassino all’Istria (dove vive in una grotta), fino all’Umbria (nel frattempo, nel 1001, ha prima accettato - convinto dall’imperatore Ottone III - e poi nuovamente rifiutato la carica di abate di Sant’Apollinare in Classe). 

L’anno decisivo per lui è però il 1012, quando arriva nella zona del Casentino: qui conosce il conte aretino Maldolo, che gli dona il terreno su cui Romualdo fonda e su cui ancora oggi sorge - immerso nel silenzio della natura - l’eremo di Camaldoli (che prende il nome proprio dal nobile toscano).  Spostatosi nuovamente, Romualdo muore il 19 giugno 1027: sarà papa Clemente VIII a dichiararlo santo, nel 1595.

La sua regola aurea - che ci fornisce un consiglio che sembra ritagliato su misura per la nostra vita frenetica - recita: “Siedi nella tua cella come nel Paradiso, scordati del mondo e gettalo dietro le spalle”.

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San Romualdo, l'asceta di Ravenna che fondò l’eremo di Camaldoli

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