Stereotipi, politica e sessualità in scena con "Settimo Cielo"
La regista Giorgina Pi e Angelo Mai/Bluemotion si confrontano con Settimo Cielo, il capolavoro del 1979 di una delle più importanti penne del teatro mondiale, Caryl Churchill. Un viaggio tra le politiche del sesso vissuto da un gruppo familiare, prima catapultato nell’Africa coloniale di fine ottocento, poi a Londra alla fine degli anni ’70 – anche se per loro sono passati solo 25 anni.
Mai rappresentato prima in Italia prima di questo allestimento, lo spettacolo arriva sabato 4 maggio (ore 21) al Teatro Rasi di Ravenna e rappresenta l'appuntamento finale de La stagione dei teatri 2018/2019.
Lo spettacolo ha il sapore di certe ambientazioni di Derek Jarman, l’impeto del movimento delle donne e degli omosessuali di quegli anni in Inghilterra, con Margaret Tatcher che proprio nel 1979 diventa Primo Ministro. Ha il fervore della ricerca di nuove forme che sostituissero l’immagine stereotipa della coppia e la famiglia, che ne rappresentassero le nuove istanze. L’intera vicenda è permeata da un tema: il desiderio e la necessità della sua aderenza con la vita. I personaggi vivono un tentativo di ridefinizione delle proprie identità, provano a superare i ruoli che gli sono stati assegnati, in un continuo parallelo tra oppressione coloniale e sessuale – ciò che Genet chiama "la mentalità coloniale o femminile della repressione interiorizzata". E in scena anche Marco Cavalcoli, storico attore della compagnia ravennate Fanny & Alexander.
Biglietti: intero 15 € /ridotto 12 € /under30 8 € / under20 5 €