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Appalti e legalità al tempo della crisi, "Serve uno sforzo straordinario"

"Il Porto di Ravenna - ha poi ribadito il presidente dell'Autorità Portuale Galliano Di Marco - negli ultimi 13 anni ha messo in campo, solo per l'attuazione dei protocolli, circa 1 milione e mezzo di euro"

Agci, Confcooperative e Legacoop hanno promosso questa mattina, nella sede dell’Autorità Portuale di Ravenna, la tavola rotonda dal titolo «Appalti e legalità al tempo della crisi». Commentando il risultato dell’incontro, che per le tre centrali cooperative è stato un’occasione per incontrare tutti gli attori della filiera produttiva e logistica che operano sul territorio e ribadire il forte impegno per mantenere alto il livello di sicurezza e legalità del sistema produttivo, il responsabile di Legacoop Ravenna Rudy Gatta ha sottolineato di esser soddisfatto dell'incontro: "il messaggio forte che è uscito è che le regole devono essere uguali per tutti e che il momento impone a tutti una sforzo straordinario. Ognuno, per il proprio ruolo e le proprie competenze, deve impegnarsi con forza per fare prevalere la legalità in ogni settore dell'economia. E' un grande impegno comune e collettivo".

"Trent’anni fa - ha sottolineato Massimo Amaducci, direttore generale del consorzio Ciclat di Ravenna - ci si incontrava per fare una valutazione comune dei costi minimi per l’attuazione di un servizio e da lì si partiva per valutare l’esito di un appalto. Oggi, in un’economia globalizzata e, per giunta, in crisi, è diventato purtroppo difficile portare avanti queste ‘buone pratiche’. Del resto credo che proseguire su questa strada non possa far altro che portare ad un vero e proprio declassamento della nostra economia per professionalità e rispetto delle norme: se non vogliamo correre questo rischio dobbiamo lavorare tutti insieme, dalle istituzioni alla committenza, per garantire la legalità degli appalti".

Alla tavola rotonda ha preso parte anche Leonardo Draghetti, dirigente del settore Pubblica Amministrazione della Regione Emilia Romagna: "I protocolli vanno continuamente aggiornati - ha evidenziato - e la Regione, con la strutturazione di un elenco di merito, sta lavorando per rendere le nostre aziende più competitive dal punto di vista della qualità e per fare in modo che la legalità sia un incentivo alla scelta e non un elemento che appesantisce una struttura".

"Il Porto di Ravenna - ha poi ribadito il presidente dell’Autorità Portuale Galliano Di Marco – negli ultimi 13 anni ha messo in campo, solo per l’attuazione dei protocolli, circa 1 milione e mezzo di euro. Ma i protocolli, lo sappiamo bene, ‘camminano sulle gambe delle persone’ ed è solo con il lavoro di tutti gli attori che possono essere realizzati. Inoltre è arrivato il momento di rendere le regole uguali per tutti perché non possiamo lavorare solo su Ravenna quando ci sono altri porti italiani che hanno un modo diverso di approcciare alla questione ma lavorano sullo stesso mercato. Da ultimo occorre che gli strumenti messi in campo siano resi operativi da persone adeguatamente formate e qui - ha concluso Di Marco - ribadisco la necessità di investire risorse per la formazione del personale che, quelle stesse regole e quegli stessi controlli, deve mettere in pratica".

Alla tavola rotonda erano inoltre presenti Roberto Riverso, giudice del Tribunale di Ravenna, Andrea Fiordelmondo, direttore Direzione territoriale del lavoro di Ravenna, Dario Foschini, amministratore delegato Cmc, Costantino Ricci, segretario generale Cgil, Andrea Gentile, presidente sezione porto Confindustria Ravenna.

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