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Export ravennate in aumento del 24% nei primi 9 mesi del 2021

Gli indicatori del commercio estero, elaborati dall’Osservatorio dell’economia sulla base delle informazioni diffuse da Istat, hanno evidenziato ancora una crescita molto sostenuta e diffusa in provincia di Ravenna

Gli indicatori del commercio estero, elaborati dall’Osservatorio dell’economia sulla base delle informazioni diffuse da Istat, hanno evidenziato ancora una crescita molto sostenuta e diffusa in provincia di Ravenna: tra gennaio e settembre del 2021 infatti, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, le esportazioni delle imprese ravennati sono aumentate del +24%. In valore, sono salite a 3.759,1 milioni di euro e l’aumento tendenziale vale ben circa 728,5 milioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il recupero si rileva anche se il termine di paragone diventa il 2019, prima che l’emergenza sanitaria colpisse e quando ancora gli scambi commerciali non erano stati ostacolati da lockdown e limitazioni ai viaggi. Per quanto riguarda il confronto con l’anno pre-Covid, la variazione percentuale, rispetto all’analogo periodo del 2019, risulta infatti di segno positivo e pari a +7,7%, vale a dire 267,7 milioni in più di quanto realizzato nel 2019.

Inoltre, l’andamento dell’export in provincia di Ravenna è risultato migliore dell’andamento medio del commercio con l’estero rilevato per la regione Emilia-Romagna e per l’Italia, entrambi in brillante modalità positiva (rispettivamente +18,7 e +20,1%, nei confronti del gennaio-settembre del 2020). Nel periodo considerato, superando la soglia dell’1% sull’export italiano (1,01%), Ravenna consolida il 33° posto nella graduatoria nazionale delle province esportatrici, guadagnando due posizioni rispetto all’anno 2020 (era al 35° posto) ed anche una rispetto all’anno pre-Covid (34a nel 2019). Nella graduatoria regionale, si conferma al sesto posto e la sua quota sull’esportazione complessiva dell’Emilia-Romagna aumenta al 7,1%, tornando al livello pre-Covid.

La spinta positiva emerge dai principali mercati di sbocco; l’europa si conferma il mercato fondamentale per l’export ravennate, sfiorando la quota del 77% (76,7%) e le vendite sui mercati europei hanno messo a segno un incremento che arriva quasi a +25%, rispetto all’analogo periodo del 2020. In particolare, le esportazioni verso la sola Unione europea a 27 hanno confermato e migliorato la tendenza positiva con un ottimo +37,1% e, con il consolidamento della realtà post-Brexit, la quota sul totale è diventata pari a 65,3%. Migliore il risultato nell’Area-euro, in marcato aumento grazie ad un +40%, con quota assestata al 49% sull’export complessivo. Prosegue la dinamica positiva delle vendite verso i Paesi dell’UE più rappresentativi per l'export ravennate. Per il mercato più vasto, cioè la Germania (con quota pari a 15,6%), la crescita è arrivata al +49% (grazie ai prodotti della metallurgia ed apparecchiature elettriche), a cui segue quella sul mercato francese (con incidenza del 9,9% sull’export complessivo) che è risultata pari a +36,3% (per la maggior parte prodotti chimici e metallurgici); l’avanzata dell’export sul mercato spagnolo (quota 6,6%) arriva al +27,8% (soprattutto prodotti chimici e prodotti alimentari). Per i mercati di sbocco di riferimento per le imprese ravennati, non sfuggono invece al segno negativo solo i traffici ravennati verso gli altri Paesi asiatici: verso il Medio Oriente con un -42,7% (i cui passati picchi positivi erano dovuti a particolari commesse verso il Qatar), a cui si accompagna l’Oceania (-35,9%). Nel consolidamento della nuova realtà post-Brexit, cedono anche le vendite verso i Paesi europei non Ue (-17,3%), al cui interno continua la discesa delle vendite verso il Regno Unito (-53,5%), che avevano mantenuto il passo positivo fino all’ultimo trimestre del 2020; tale paese scende all’ottavo posto come partner commerciale per le imprese esportatrici ravennati, verso il quale si è indirizzato il 3,6% dell’export complessivo provinciale.

Per quanto riguarda i prodotti esportati, nel periodo gennaio-settembre 2021, il segno positivo ha prevalso in tutti i settori di maggior specializzazione della provincia di Ravenna: i primi cinque hanno messo a segno ottimi incrementi a due cifre. In pool position per crescita, l’export degli apparecchi elettrici (+42,7%; percentuale su export complessivo pari a 9,2%), a cui si accoda quello dei prodotti alimentari (+42,4%; quota 13,5%); seguono i beni esportati della chimica (+30,3%) che nella classifica dei principali settori di esportazione, nel periodo in esame, con il 18,5% occupano il primo posto. Bene anche i macchinari e apparecchiature (+25,9%; seconda quota dopo la chimica e pari a 18,4%) ed i prodotti della metallurgia che continuano la crescita con un +23,5% (incidenza percentuale su export totale pari a 17,6%). Fra gli altri apporti positivi, si segnalano gli altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+39%), il tessile (+25,7%), le bevande (+38,6%), articoli in gomma e materie plastiche (+14,7%), computer, prodotti di elettronica, ottica e apparecchi elettromedicali (+8,9%), i prodotti agricoli (+12,4%) che da tempo non erano in crescita, ed i prodotti in metallo (+6,8). Di contro, fanno registrare un calo solo le esportazioni della categoria residuale degli “altri prodotti” ( -18,9%).

L’analisi dei flussi commerciali con l’estero evidenzia dunque un ulteriore segnale positivo dal mondo delle imprese e le esportazioni sui mercati internazionali sono state un driver fondamentale per l’impulso alla ripartenza, sebbene a livello mondiale proseguano le crescenti tensioni per il costo dell’energia, di materie prime e di commodity, a cui occorre aggiungere l’aumento dei costi di trasporto, come ad esempio quelli per il trasporto su container e le porta- container navali.

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