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Economia

"No" dei metalmeccanici al testo unico della rappresentanza firmato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria

Si é chiusa la consultazione indetta dalla sola Cgil sul Testo unico della rappresentanza firmato il 10 gennaio scorso da Cgil Cisl Uil e Confindustria e poi successivamente da Confservizi

Si é chiusa la consultazione indetta dalla sola Cgil sul Testo unico della rappresentanza firmato il 10 gennaio scorso da Cgil Cisl Uil e Confindustria e poi successivamente da Confservizi. Un’intesa fortemente criticata sul merito dalla Fiom che - pur ritenendo importanti alcuni aspetti contenuti quali la rappresentanza e la certificazione degli iscritti, che non saranno in ogni caso di semplice attuazione e le elezioni delle Rsu con voto proporzionale - giudica sbagliata l'attribuzione della titolarità alla contrattazione di secondo livello esclusivamente alla Rsu.

Per Milco Cassani, segretario provinciale della Fiom, non si tratta di aver paura di questa novità come qualcuno lascia intendere: “Al contrario riteniamo che in questo modo si lascino soli i delegati proprio nel momento peggiore. Saranno costretti a subire le pressioni che arrivano dalle aziende, per aprire una contrattazione al ribasso chiedendo ai lavoratori di rinunciare ai diritti conquistati in questi decenni. Piuttosto abbiamo il dovere di occuparci con maggiore determinazione di come estendere i diritti anche a quelli che non ne hanno e che sono costretti a lavorare in condizioni di assoluta precarietà”.

"Ci sono poi gli aspetti sanzionatori per delegati e organizzazioni sindacali già definiti dal testo unico, che di fatto mascherano il tentativo di limitare l‘esercizio del diritto di sciopero - aggiunge Cassani -. Tutto questo non sarà di certo determinante né per impedire gli accordi separati che restano possibili e nemmeno per dare soluzione ai problemi in Fiat, la quale ha fatto la scelta di uscire da Confindustria proprio per non avere vincoli. Se il merito divide, non é da meno il metodo con il quale si é arrivati alla firma che ha innescato la forte discussione di queste settimane sul voto dei lavoratori. In ogni caso, al netto di Cisl e Uil che hanno deciso di non fare votare nessuno, é bene non sottovalutare che il dissenso non può essere circoscritto come se fosse una vicenda tra la Cgil e la sola Fiom in quanto é certamente più ampio e trasversale di quanto si cerchi di fare apparire".

Essendo in campo posizioni diverse sul giudizio dell'accordo, la Fiom aveva chiesto la possibilità di svolgere assemblee dove potesse esserci la possibilità di esplicitare entrambe le posizioni per rendere più consapevole il voto dei lavoratori. “Se non è stato possibile trovare un'intesa di questo tipo all'interno della Cgil – dice Cassani - non posso che giudicare positivamente il fatto che almeno ci sia stata la disponibilità a fare assemblee unitarie nei metalmeccanici in questa provincia. Essere riusciti in questo proprio all'interno della categoria dei metalmeccanici dove restano forti divisioni, dimostrando che è possibile andare insieme di fronte ai lavoratori, spiegare a loro le diverse posizioni e renderli partecipi con il voto, è un fatto importante e di grande responsabilità. Certo sarebbe stato meglio se anche la consultazione fosse stata unitaria, ma in ogni caso la Fiom ha chiesto il voto a tutti i lavoratori iscritti e non iscritti. Abbiamo svolto oltre 30 assemblee e dei 1.350 lavoratori che hanno partecipato al voto il 90 % ha detto No a quell'intesa, chiedendo la riapertura del confronto e la modifica dei punti più critici. Questo risultato sarà consegnato alla Fiom nazionale che come più volte ribadito nel giudizio sull'accordo e nella propria azione sindacale si riterrà vincolata all'esito della consultazione dei lavoratori della categoria”.

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