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Piccole e medie imprese nel buio: il 30% ha licenziato personale

Confartigianato Ravenna si è mosso per chiedere 'come va' alle imprese associate collocate nelle aree artigianali, tramite l'invio di un questionario e la successiva elaborazione dei dati ricevuti

Confartigianato Ravenna si è mosso per chiedere 'come va' alle imprese associate collocate nelle aree artigianali, tramite l’invio di un questionario e la successiva elaborazione dei dati ricevuti. Da qui è scaturita l’indagine “Quelli delle aree artigianali”, prendendo in esame alcuni parametri aziendali quali: fatturato, ordini, personale dipendente, esportazioni, tempistiche di pagamenti, investimenti ed, infine, le imposte locali. Il 50% delle imprese intervistate ha tra 10 e 19 addetti (il 31% fino a 9 addetti e il 18,2% oltre i 19 addetti).
    
Nel 2012, rispetto il 2011 il 66.7% delle imprese intervistate, dichiara una diminuzione di fatturato e ordini mediamente del 25%, ma con punte che arrivano fino al 70%. Il 26% dichiara invece un aumento del fatturato e degli ordini con punte fino al 30%. Il rimanente 6,7% non registrano nessuna variazione. Le previsioni per l’anno prossimo per il 46,7% prevedono un’altra diminuzione del fatturato e degli ordini; il 33,3% delle imprese invece prevede un andamento analogo a quello 2012 e solamente 20% prevede di migliorare le proprie performance del 2012.
    
Quest’anno il 30% delle imprese dichiara di aver licenziato personale, analoga percentuale d’imprese dichiara di aver utilizzato gli ammortizzatori sociali e un 26% ha fatto delle assunzioni. Per il prossimo anno le previsioni sono purtroppo ancora più negative proprio perché nessuna impresa pensa di assumere e rimangono in sostanza inalterate le percentuali riguardanti le previsioni dei licenziamenti e delle casse integrazioni. In tema di esportazioni solo il 27,2% delle imprese intervistate ha rapporti commerciali con l’estero che mediamente interessano il 15% del fatturato con punte che arrivano al 40%. Per il 2013 il 70% delle imprese che effettuano esportazioni prevede di incrementare la propria quota. Il 95% degli intervistati ha registrato nel 2012 un aumento dei ritardi dei pagamenti mediamente del 25%.
    
Solo un’impresa dichiara di avere una modalità di pagamento a 30 giorni. Tutte le altre imprese utilizzano come modalità di pagamento quella a 60 giorni che però interessa solo il 30% del fatturato. Il 70% delle imprese ha come scadenza di pagamento i 90 e 120 giorni, modalità che interessano mediamente il 30% e 20% del fatturato Aziendale. Un terzo degli intervistati si è dovuto adattare a ricevere pagamenti a 180 giorni, una modalità che sta interessando il 15% del fatturato aziendale. Sul piano degli investimenti si evidenzia che negli ultimi tre anni solo il 70% delle imprese abbia fatto investimenti utilizzando per il 30% il credito ordinario o le leggi d’incentivo, il rimanente 70% tramite i Consorzi Fidi o Leasing.

Per Riccardo Caroli, Presidente Provinciale di Confartigianato: "La profondità della crisi economica e finanziaria globale che ha innescato un deciso raffreddamento dei consumi, la caduta degli ordinativi, la dilatazione dei tempi di pagamento e la rarefazione del credito, sta causando conseguenze veramente pesanti sulla stabilità delle aziende, sui livelli occupazionali e sulla possibilità di creare reddito e ricchezza diffusi, anche nella nostra provincia. Il 2012 è stato un anno molto difficile, e non nascondo forti preoccupazioni anche per i prossimi dodici mesi. In questo scenario le aziende artigiane e le piccole e medie imprese stanno cercando di resistere soprattutto per non disperdere quello che spesso è il loro principale 'capitale': il proprio personale, che con la conoscenza, la professionalità e l'esperienza di sempre potranno loro permettere di riagganciare la ripresa. E, visto che nel territorio della nostra provincia, queste piccole imprese rappresentano il 97,5% del totale delle aziende non agricole, dando lavoro ad oltre il 60% degli occupati, e ci sono oltre 6 aziende artigiane ogni 100 famiglie, questo dato credo sia un punto fermo positivo che possa darci un segnale di speranza per il futuro”.
 

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