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Il Tecnopolo parte con 9 milioni di investimenti in ricerca

Un investimento complessivo di 9 milioni di euro, 20 giovani ricercatori assunti, quattro filoni d'intervento (Energia e Ambiente, Nautica, Restauro e Riqualificazione degli edifici, Nuovi Materiali)

Un investimento complessivo di 9 milioni di euro, 20 giovani ricercatori assunti e impegnati su progetti innovativi relativi a quattro filoni d’intervento (Energia e Ambiente, Nautica,   Restauro e Riqualificazione degli edifici, Nuovi Materiali): sono i ‘numeri’ chiave che caratterizzano l’avvio operativo del Tecnopolo di Ravenna-Faenza, al centro, martedì mattina, di un affollato convegno alla Sala Cavalcoli. Il vicepresidente della Provincia, con delega all’Innovazione, Gianni Bessi, ha annunciato la nascita, entro l’anno, di una ‘cabina di regia’.
 
“L’avvio operativo del Tecnopolo ravennate - ha detto il presidente della Provincia, Claudio Casadio – è un segnale di fiducia verso il territorio, che pone al centro il progetto della crescita economica e sociale. Intendiamo valorizzare la ricerca in stretta relazione  con il mondo delle imprese e della scuola perché dobbiamo puntare su qualità e innovazione. Per fare questo è indispensabile investire nella formazione dei giovani. Il nostro è un territorio caratterizzato da un diffuso tessuto di PMI che hanno bisogno di ricerca per garantirsi competitività internazionale. Il mio auspicio è che si crei una rete regionale tra le eccellenze della ricerca, perché anche questo sarebbe un ulteriore segnale di fiducia di cui tutto il Paese ha bisogno”.  
Il vicepresidente della Provincia, con delega all’Innovazione, Gianni Bessi, ha annunciato la nascita, entro l’anno, di una ‘cabina di regia’ tra tutti i soggetti interessati al Tecnopolo ravennate (“Senza costi aggiuntivi”) al fine di coordinare al meglio la ricerca e le esigenze del mondo produttivo. "Stiamo cercando di costruire qualcosa di veramente nuovo per Ravenna e  l'Emilia-Romagna – ha commentato Gianni Bessi - centri di ricerca industriale altamente specializzati che lavorino per la competitività delle imprese e che attraggano investimenti in settori innovativi. E' questa la scelta centrale che l'intera Europa deve compiere per reggere le nuove sfide internazionali”.
 
Nautica ed energia. Ma anche meccanica, nuovi materiali, alimentare, meccanica agricola. Questi i settori chiave dell’economia ravennate, che vedono la Regione Emilia-Romagna in prima linea per offrire nuove e concrete opportunità di sviluppo al sistema produttivo locale.
 
I programmi di ricerca, per quanto riguarda il tecnopolo di Ravenna - Faenza, si traducono in un investimento complessivo pari a 9 milioni di euro. Il contributo della Regione Emilia-Romagna ammonta a 5,5 milioni, di cui 2,6 di risorse Por Fesr e 2,9 derivanti dall’Accordo di Programma Quadro tra Regione, ministero per lo sviluppo economico e ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. A contribuire per i restanti 3,5 milioni di euro sono l’Università di Bologna, la Provincia e il Comune di Ravenna.  
 
Promosso dalla Provincia e dai Comuni di Ravenna e Faenza, il tecnopolo ravennate si sviluppa su tre sedi – area ex Sarom e area Rivoira a Ravenna, Parco Torricelli delle arti e delle scienze a Faenza – in cui sono operativi 20 nuovi ricercatori dedicati e circa 90 ricercatori strutturati degli enti partecipanti. Quattro le unità operative del tecnopolo: per Ravenna, il Ciri (Centro interdipartimentale di ricerca industriale, energia e ambiente) Ambiente ed Energia (unità operativa Biomasse), il Ciri Meccanica avanzata e Materiali (unità operativa Materiali avanzati e applicazioni per la nautica) e il Ciri Edilizia (unità operativa Tecnologie innovative applicate al restauro, recupero e riqualificazione del patrimonio costruito); ad essere operativo nella sede di Faenza sarà lo stesso Ciri Ambiente ed Energia, con l’unità operativa Reach (Registration Evalutation and Authorization of Chemicals).
 
A completare il quadro, per la sede di Ravenna, il “Programma pilota per lo sviluppo sperimentale di tecnologie a idrogeno per i primi mercati e la de carbonizzazione”, realizzato dal dipartimento Energia e Trasporti del Cnr, in collaborazione con l’Università di Bologna. A Faenza, presso il Parco Torricelli, sarà inoltre operativo il “Laboratorio per lo sviluppo e la qualificazione di materiali innovativi e tecnologie per applicazioni industriali”, realizzato dalla divisione Ricerca materiali innovativi di CertiMaC, in collaborazione con Istec, Cnr, Enea e lo stesso ateneo bolognese.

In chiusura dei lavori l’assessore regionale alle Attività produttive e Piano energetico, Giancarlo Muzzarelli, ha sottolineato il valore dei Tecnopoli a sostegno della ripresa economica: “In tutta la regione sono al lavoro 545 ricercatori. Crediamo nelle loro capacità di innovare i prodotti e sviluppare nuove idee capaci di tenere assieme il sapere, il Made in Italy, la green economy. Sono questi i fattori che introdurranno un nuovo marchio al nostro sistema economico per essere competitivi in Europa e aiutare l’Europa stessa a riacquistare competitività sul piano internazionale”.
 
 
 
 

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