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Porto Ravenna, Confindustria: "Su espropri ora c'è breccia"

Nelle scorse settimane gli industriali, "dopo aver fatto presente piu' volte ad Ap le proprie perplessita'", avevano chiesto "un dibattito aperto e approfondito su queste scelte"

Il Comitato portuale di Ravenna, che si riunirà martedì, non voterà il Piano operativo triennale. Ottiene dunque un primo risultato la campagna portata avanti dal presidente di Confindustria Ravenna, Guido Ottolenghi, contro "l'imponente piano di espropri proposto dall'Autorita' portuale di Ravenna come unica soluzione possibile al posizionamento delle sabbie di escavo dei fondali". Nelle scorse settimane gli industriali, "dopo aver fatto presente piu' volte ad Ap le proprie perplessita'", avevano chiesto "un dibattito aperto e approfondito su queste scelte".

Ma il presidente Galliano Di Marco aveva risposto, prosegue nella ricostruzione Ottolenghi, con un "attacco personale". Da qui le dimissioni dal Comitato portuale dello stesso numero uno di Confindustria "per dimostrare che se vi e' un problema personale esso puo' essere subito risolto, e che per la nostra associazione il problema non e' personale, bensi' di approfondimento sulle scelte". Ebbene, questa mossa ha ottenuto un risultato: ha spinto, sottolinea Ottolenghi, "associazioni e Istituzioni" ad avviare "un approfondimento sui temi sollevati", con "molti incontri e dibattiti".

Cosiì il Comitato portuale, gia' convocato il 3 marzo per deliberare il Piano operativo triennale che da' il via libera agli espropri, "ha mutato l'ordine del giorno affinchè dopo la presentazione del documento vi sia modo di approfondirlo e discuterlo prima di essere chiamati ad approvarlo, in una successiva seduta". Confindustria non mette in discussione l'escavo dei fondali del Candiano che è "da tutti auspicato da molti anni". Ma "non e' mai stato realizzato, malgrado gli annunci della stessa Ap. E ora si parla di 2017". Sono gli espropri che proprio non condivide.

"Costano ingenti somme di denaro pubblico e influenzeranno per decenni lo sviluppo industriale" della citta', oltre a diminuire i fondi per l'escavo.  "Qualunque sia l'esito degli approfondimenti in corso", l'associazione e' comunque soddisfatta perchè sarà possibile una scelta "più consapevole e meditata", mentre conclude Ottolenghi, "viene presentata un'unica alternativa al Piano, e cioè il dissesto dell'Autorita' e del porto: se così e' dovremmo capire perche' ci siamo ridotti cosi', ma la scelta è facile. Se però vi sono altre alternative un'occasione di analisi sara' utile per tutti, e il progetto di escavo ne uscira' piu' solido e condiviso".

(Dire)


 

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