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Imprese e giustizia, Cna: "I mercati devono funzionare in modo libero e trasparente"

Il direttore della Cna, Massimo Mazzavillani, nella sua relazione introduttiva, ha evidenziato come "le nostre imprese hanno bisogno di mercati che funzionino in modo libero e trasparente"

"Imprese e Giustizia. La Legalità come opportunità per un rinnovato sviluppo del Paese". Questo il titolo del convegno che si è svolta sabato mattina nella sede della Cna alla presenza di una folta platea di imprenditori. Il prefetto Francesco Russo, aprendo i lavori, ha sottolineato come "nuove forme di collaborazione fra pubblico e privato possano aiutare il contrasto al malcostume e come soprattutto le imprese sane siano il collante in grado di incidere sulle dinamiche della società". Il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale ha evidenziato "come sia indispensabile che le Istituzioni recuperino credibilità nei confronti delle imprese e dei cittadini per fare recuperare loro senso di appartenenza e fiducia. E' fondamentale una forte coesione di tutti i soggetti istituzionali".

Il direttore della Cna, Massimo Mazzavillani, nella sua relazione introduttiva, ha evidenziato come "le nostre imprese hanno bisogno di mercati che funzionino in modo libero e trasparente, di gare di appalto a cui poter accedere anche se sono piccole, di capitalizzazione e patrimonializzazione finanziaria. Hanno bisogno di legalità e di regole rigide contro la corruzione, di una giustizia civile che garantisca certezza, di tempi di pagamento che rispettino la legge, di contesti ammnistrativi e burocratici semplici e ben funzionanti, di infrastrutture moderne ed efficienti".

"Una questione importante per le imprese, solo per fare un esempio - ha aggiunto - è la riforma del diritto fallimentare che, seppur ispirata dalla necessità di contribuire al superamento della grave crisi economica e dei conseguenti dissesti aziendali, necessita di alcuni correttivi volti ad evitare l’utilizzo improprio dell’istituto del concordato preventivo. Tale situazione evidenzia frequenti elementi di pregiudizio per fornitori di beni e servizi, nel recupero dei propri crediti, soprattutto quando parliamo di artigiani e di aziende di piccola dimensione”.

Dal canto suo, il procuratore della Repubblica di Ravenna, Alessandro Mancini, dopo un interessante excursus sui principali reati di origine fiscale, ha detto come "la corruzione sia un fenomeno in espansione che non si sconfigge solo con le condanne ma va trattato anche come segno di disunità sociale, dissociazione rispetto alle esigenze collettive della comunità. La legalità non va proclamata ma deve essere un valore silente, un comportamento abituale onesto e corretto".

"La legalità - ha esordito il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini - non può più essere un ostacolo alla vita delle imprese ma una leva per la loro vita corretta e ordinata. Fondamentale è recuperare il rapporto di fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni e, di conseguenza del sistema giudiziario. Il principio costituzionale della ragionevole durata del processo deve orientare le politiche pubbliche perché costituisce un diritto delle imprese e dei cittadini".

"Il principale ostacolo allo sviluppo dell’economia - ha proseguito - è poi la montagna di economia illegale e sommersa che viene stimata da Istat in 211 miliardi di euro pari al 13% di prodotto interno lordo. Recuperare 100 miliardi di euro, circa la metà, significherebbe risolvere tutti i problemi del nostro Paese”. "Ma come è messo il nostro sistema giudiziario, uno dei nodi strutturali del nostro Paese - ha continuato ancora Legnini - cosa è cresciuto in termini di consapevolezza? La Comunità Europea chiede un Paese più affidabile e questo significa una Giustizia più efficiente; cresce, inoltre, la quantità e la qualità della domanda di giustizia da parte delle imprese. I legislatori, a fronte delle velocissime trasformazioni in atto, sono sempre meno capaci di dare risposte perché gli strumenti a disposizione non sono adeguati. L’investimento nel sistema della Giustizia deve dunque costituire una delle priorità del Paese. A poco a poco sta crescendo questa consapevolezza e questo convegno ne è la riprova. A rischio c’è la qualità della democrazia del Paese”.

A conclusione del convegno è intervenuto il presidente nazionale della Cna, Daniele Vaccarino che, oltre a condividere i contenuti della relazione introduttiva, ha voluto sottolineare come "la lotta all’illegalità e alla corruzione sta diventando sempre più patrimonio della Cna, perché i dati evidenziati durante il convegno sulla corruzione e l’economia sommersa sono drammatici soprattutto per le imprese sane, che costituiscono la parte più forte e più viva all’interno della nostra Associazione e del Paese".

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