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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Tagli all'Irpef, Cna: "Inaccettabile escludere lavoratori autonomi e pensionati"

“Lo sblocco del patto di stabilità – evidenzia Burioli - dovrà essere una delle priorità del Governo perché è la cura migliore, probabilmente l’unica, per rivitalizzare rapidamente il mercato interno"

Bene la riduzione del peso dell'Irpef, perchè "potrebbe contribuire fattivamente alla ripresa del mercato interno e dei consumi, drammaticamente colpiti dalla lunga crisi che perdura da almeno sette anni"; ma "sarebbe un grave errore, come sembra emergere dai primi orientamenti del Governo, limitare il taglio ai soli lavoratori dipendenti, escludendo i lavoratori autonomi, i titolari di reddito d’impresa e i pensionati”. E’ quanto afferma Pierpaolo Burioli, presidente provinciale della Cna.

“Non si tratta soltanto di una questione di giustizia sociale – ribadisce Massimo Mazzavillani, direttore dell’Associazione ravennate - perché ci troviamo di fronte a una scelta che, se compiuta solo parzialmente, ridurrebbe di molto l’efficacia del provvedimento sull’economia italiana. Di questo siamo fermamente convinti in quanto l’obiettivo primario da perseguire deve essere quello di una riduzione dell'imposta sulla persone fisiche senza alcuna discriminazione”.

“Se, inoltre, il provvedimento sarà  accompagnato da semplificazioni burocratiche e sgravi per le imprese che assumono – prosegue Mazzavillani - avrà una forza maggiore nell’incidere positivamente sulla situazione economica del Paese. Non va dimenticato che, se si vuole favorire una sollecita e concreta ripresa dell’occupazione e dei consumi interni occorre puntare a sostenere il ruolo e le potenzialità delle micro, piccole e medie imprese diffuse sul territorio. Questo tessuto imprenditoriale da sempre risulta il più reattivo nella capacità di risposta al bisogno di creare nuovi posti di lavoro, sempre che sia ovviamente messo nelle condizioni migliori per esercitare la propria attività. Auspichiamo pertanto che in queste ore prevalga il buon senso e che il Governo decida saggiamente che l'intervento sull'Irpef debba includere tutti, anche i lavoratori autonomi, i titolari di reddito d’impresa e i pensionati. In caso contrario l'effetto sui consumi sarà inevitabilmente troppo debole”.

“Tuttavia, oggi – sottolinea ancora Mazzavillani - la sfida per rilanciare la crescita dei territori è molto più complessa e occorre affrontarla mettendo in campo tutte le risorse disponibili e coniugando efficacemente rigore e sviluppo. Da tempo sosteniamo che se non si riapre una nuova grande stagione di investimenti sui territori al di fuori dei ferrei vincoli del patto di stabilità non ci saranno reali possibilità di far ripartire le nostra economia e il lavoro”.

“Lo sblocco del patto di stabilità – evidenzia Burioli - dovrà essere una delle priorità del Governo perché è la cura migliore, probabilmente l’unica, per rivitalizzare rapidamente il mercato interno. La competizione economica su scala globale la si vince non solo attraverso una maggiore competitività delle nostre imprese ma anche dei territori in cui sono insediate. Il tema della competitività dei territori risulta oggi centrale: la loro messa in sicurezza e la loro manutenzione costante; le capacità di attrarre nuovi investimenti; la coesione sociale; la nascita di nuove imprese; la diffusione dell’innovazione e della ricerca; la riorganizzazione del patrimonio edilizio attraverso la sua rigenerazione e riqualificazione; il risparmio energetico e, più in generale, la diffusione della green economy; la scuola, l’università e la formazione. Questi sono gli aspetti sui quali occorre investire cercando di guardare non solo alle emergenze del presente ma anche guardando orizzonti più lontani”.

“In questa fase – conclude il presidente della Cna - fondamentale risulterà, quindi, il confronto con gli Enti locali sui bilanci di previsione del 2014. Nell’ottica di una rinnovata concertazione che sappia cogliere le esigenze dell’economia reale, soprattutto di quel segmento di imprese da sempre radicate sul territorio di micro, piccola e media dimensione. Gli obiettivi primari da cogliere sono, a nostro parere,  il contenimento della pressione fiscale nei confronti delle imprese e il finanziamento del sistema dei Confidi per garantire il loro accesso al credito”.

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