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Economia

Turismo, Pasqua disastrosa per gli albergatori. Si guarda al 25 aprile

Dopo una Pasqua per gli operatori turistici ravennati non soddisfacente, e sui Lidi quasi catastrofica, “il ponte del 25 aprile – dice il presidente Federalberghi Nicola Scialfa – sarà un’incognita per noi. Non sappiamo cosa ci aspetta”

Dopo una Pasqua per gli operatori turistici ravennati non soddisfacente, e sui Lidi quasi catastrofica, “il ponte del 25 aprile – dice il presidente Federalberghi Nicola Scialfa – sarà un’incognita per noi. Non sappiamo cosa ci aspetta”. Per la titolare dell’Oasis di Marina di Ravenna, Maura Mazzavillani “non ci sono prenotazioni per il ponte del 25, come non ce ne erano state per Pasqua… e non è arrivato nessuno: le camere occupate erano due o tre su venti. In pratica, la situazione di Marina è catastrofica per effetto delle ordinanze e perché sono state chiuse le discoteche; adesso si fa sentire anche l’effetto della crisi economica”.

“Chi viene da noi dorme in campeggio o fa il pendolare; è finito il periodo delle due o più notti per weekend. Per non parlare di Marinara, questa ‘cattedrale nel deserto’, non c’è in giro nessuno, le famiglie sono sparite, i giovani li abbiamo cacciati… Marina è un paese che può vantare una bellissima vivibilità, ma non si sa quale destinazione abbia: turistica? residenziale o industriale? Per non parlare della tassa di soggiorno: io mi vergogno a chiederla per cui diventerà un’altra tassa a carico nostro, senza contare che almeno da sei o sette anni non aumentiamo i prezzi. Anche in questo caso dovremo tirare fuori i soldi di tasca nostra”, conclude Mazzavillani. “Non è molto diversa la situazione dei Lidi sud – dichiara Bruno Tagliavini, proprietario dell’Hotel Bahamas di Lido di Savio – i risultati della Pasqua quest’anno sono disastrosi, con una flessione delle presenze del 50% rispetto al 2012. La cosa più grave è che stiamo perdendo anche la clientela fidelizzata, i gruppi svizzeri e tedeschi che arrivano poi si dirigono su altre zone visto che il paese è deserto: è tutto chiuso, addirittura adesso hanno chiuso la banca e anche i campi da tennis, per non parlare del degrado e della mancanza di iniziative della pro loco che non si sa che cosa stia facendo da anni. In una situazione del genere, quando si presenta un paese in queste condizioni, completamente abbandonato, è evidente quanto è inopportuno chiedere al turista anche il pagamento della tassa di soggiorno. Al contrario, con questa crisi, invece di chiedere bisognerebbe offrire qualcosa in più al turista”.

Un po’ più confortante è la situazione nella città del mosaico, dove “al momento – racconta Maurizio Bucci, proprietario del Mosaico Hotel di Ravenna – qualcosa per il prossimo ponte si sta muovendo. Confidiamo in questo periodo, dal momento che la Pasqua non è andata bene per noi: sentiamo veramente sia l’effetto della crisi che quello legato alla concorrenza sulle tariffe e al costo del personale che chiaramente non diminuisce. La tassa di soggiorno in questa situazione non è il massimo (per non parlare dei costi di gestione che abbiamo dovuto sostenere per avviare la procedura) perché la maggior parte dei turisti non è informata, lo viene a sapere al momento della partenza: alla fine, per la vacanza di una famiglia è sempre un costo in più da sostenere”. Sulla stessa lunghezza d’onda il titolare dell’Holiday Inn Nicola Musca, che precisa: “Abbiamo prenotazioni soprattutto per il venerdì e il sabato. Più in generale, non penso che alla nostra città manchi qualcosa di specifico a livello turistico, anzi vedo elementi di sostegno come ad esempio il parco di Mirabilandia; il calo di presenze a mio avviso è dovuto più a fattori generali, come i collegamenti, e alla crisi che ad altri elementi o alla tassa di soggiorno”.

“Il ponte del 25 aprile sarà un’incognita per noi. Non sappiamo cosa ci aspetta - conclude il presidente Federalberghi-Confcommercio Ravenna Nicola Scialfa - A livello locale, in ambito comunale e provinciale, è indispensabile che si inizi a fare qualcosa per il turismo, che si apra un dialogo per vedere come utilizzare, ad esempio, i proventi della tassa di soggiorno: non è ancora stato deciso a cosa destinarli, si potrebbe pensare a realizzare investimenti programmati e mirati per realizzare una vera campagna di promozione turistica”.

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