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Piattoforme offshore: ecco l'intesa pilota Regione-Ministero per la gestione delle attività in mare

Un'intesa che sarà presentata a imprese e istituzioni venerdì a Ravenna, alle ore 15.30 in Comune, dall'assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi

I punti dell'accordo: blue economy e produzione energia rinnovabile
Tra gli obiettivi previsti nell'intesa, garantire e migliorare la sicurezza delle attività offshore, sviluppando protocolli di monitoraggio, ma allo stesso valutare anche la possibilità di utilizzi plurimi e integrati delle piattaforme. Studi di fattibilità per il riutilizzo delle strutture in diversi ambiti: dalla produzione di energia eolica e fotovoltaica alla creazione di barriere artificiali ("artificial reef") per la ripopolazione delle specie ittiche. Progetti anche di tutela dell'ambiente marino e delle zone costiere, in coerenza con i principi comunitari della blu economy, della pianificazione dello spazio marittimo e della strategia ambientale

“Modello Cavone”
Regione e Ministero portano al largo le esperienze del Cavone, nel modenese, e di Minerbio in provincia di Bologna. Ovvero, i siti di estrazione di idrocarburi trasformati dopo il terremoto del 2012 in laboratori scientifici d'avanguardia per il monitoraggio sismico in relazione alle attività estrattive. La stessa attività scientifica, con il contributo dei principali istituti di ricerca nazionali, sarà replicata anche sulle piattaforme offshore. Verrà scelto un sito pilota, dove sperimentare il monitoraggio, i cui dati ‘saranno resi accessibili con la dovuta trasparenza e diffusione sui siti istituzionali".

Studio sulla tutela dell'ecosistema marino
Allo stesso tempo, le piattaforme off shore in alto mare verranno sfruttate, con le migliori tecniche disponibili, per lo studio della subsidenza indotta dalla coltivazione degli idrocarburi in ambito offshore, i cui effetti potrebbero causare erosione costiera e ingressione del mare nell'entroterra. E ancora, verrà sviluppato un progetto di studio sugli aspetti legati alla qualità delle acque, dei sedimenti e del biot. Ai concessionari delle attività offshore, in particolare, verrà chiesto di contenere i livelli di contaminazione sia per la qualità ambientale sia per la salvaguardia della salute dei consumatori dei prodotti commercializzati.  A esempio, si legge nell'accordo, dovrà essere svolta a cadenza stagionale un'indagine sugli eventuali accumuli nei sedimenti e nei molluschi presenti a ridosso della piattaforma.

Piattaforme per pesca sportiva e wifi
Tra i possibili usi alternativi delle piattaforme in alto mare, figura anche la finalità turistico-ricreativa, come immersioni subacquee, pesca sportiva e wellness. E ancora, le piattaforme offshore potrebbero essere riconvertite anche in stazioni oceanografiche o di trasmissione wifi in banda libera.

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