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Lunedì, 29 Aprile 2024
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"Porto mia figlia in quad a Capo Nord": il viaggio nato da una battuta e dedicato all'amico scomparso

Sono tornati da pochi giorni a Faenza, accolti con una festa dai loro concittadini. Nel viaggio hanno affrontato temperature fino a -39°

"Confermo, è tutto vero. Ci sono state giornate in cui la temperatura ha raggiunto anche i meno 39 gradi". A parlare è Ivan Argnani, protagonista con la figlia Carolina di una particolare avventura. Da pochi giorni i due sono tornati nella loro Faenza dopo aver percorso in quad oltre ottomila chilometri per arrivare a Capo Nord (Nordkapp), la parte più estrema della Norvegia verso l'Artico. Un'avventura partita lo scorso 19 dicembre e che, dopo aver attraversato anche una forte perturbazione, si è conclusa il 14 gennaio con il ritorno a casa festeggiato in piazza del Popolo insieme a tanti faentini. Anche il sindaco Massimo Isola si è complimentato con loro per "il coraggio e l'intraprendenza con cui hanno affrontato l'affascinante e difficilissimo viaggio".

Una passione di famiglia per le due e quattro ruote

Un viaggio non nuovo per Ivan e Carolina, che hanno percorso lo stesso tour con temperature decisamente più miti nell'estate 2016. Una traversata nata tra lo scherzo e la sfida personale. Ivan ha un'azienda agricola ed è un amante di motori. Usa il quad anche nel suo lavoro ed è stato per sette volte campione italiano di guida di questo mezzo, tra il 2011 e il 2019.

"Dopo gli anni passati in giro a gareggiare - spiega - ero un po' stanco di guidare solo per competere. Insieme a un caro amico, Silvestro Paris, bergamasco, conosciuto come avversario in pista, abbiamo iniziato a fare dei giri in Italia, tra le Dolomiti". Con loro anche Carolina e Maria Eleonora, figlia di Paris. "La passione per i motori è nata ed è cresciuta guardando mio padre in pista - rivela Carolina - quindi da sempre lo seguo nei suoi viaggi". 

Da Faenza a Caponord e ritorno. In quad tra i ghiacci

Il lavoro da stuntman, l'amico scomparso e la scommessa di arrivare a Capo Nord in quad

"In quel periodo - riprende Ivan - lavoravo anche come stuntman sul quad per un'azienda ravennate. Spesso indossavo la maglia di uno sponsor amico, il negozio Capo Nord di Faenza. La gente, incuriosita, mi chiedeva se fossi mai stato in quei posti in quad. A furia di rispondere che era impossibile affrontare un viaggio del genere mi sono detto: ma lo è davvero? E una sera agli amici ho confessato che avrei portato mia figlia a Capo Nord, in quad. Nessuno ci credeva eppure nell'estate 2016 siamo partiti".

"A Capo Nord la mia presenza era scontata - spiega Carolina - e con Maria Eleonora da questi incontri è nata una bella amicizia". Insieme a lui l'amico Silvestro, purtroppo scomparso a causa del Covid nel pieno della pandemia. Sia Ivan che Carolina lo ricordano con commozione. "L'arrivo a Capo Nord di quest'anno è dedicato a lui, che avrebbe sicuramente accettato di rifare la traversata anche in inverno. E sarebbe stato al nostro fianco anche in altri progetti".    

Un viaggio preparato nei dettagli

Da quel 2016 i due hanno vissuto altre avventure, come il tour completo della penisola iberica. Ma come si affronta un viaggio in quad con temperature che sfiorano i meno 40 gradi?. "Non si improvvisa niente - spiega Ivan - a partire dalle prenotazioni in strutture ricettive che accolgano noi e i mezzi. Poi occorre settare il quad per renderlo più guidabile possibile in quelle condizioni. Altra cosa fondamentale è preparare il giusto abbigliamento".

Ivan e Carolina ricordano quanto importante sia stato, anche nella comunicazione, il supporto della gente incontrata per strada. "Ci chiedevano incuriositi cosa stavamo facendo - racconta Carolina - e ci raccomandavano di fare attenzione perché stava arrivando il 'freddo bianco', la perturbazione che ha fatto poi crollare le temperature".

Un percorso fatto quindi di molti incontri e anche di nuove amicizie. "In tanti hanno iniziato a seguire la nostra pagina Quad Around the World dove pubblichiamo gli aggiornamenti. Molti di quelli che ci hanno incontrato tra Finlandia e Norvegia hanno usato i social anche per testimoniare i nostri passaggi, riuscendo a tranquillizzare le persone che ci aspettavano a casa".

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