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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Faenza

Il giorno dopo l'alluvione: Faenza e Castel Bolognese nel fango, decine di volontari e centinaia di sfollati

Viaggio nelle zone pesantemente alluvionate del faentino. Almeno 300 le persone ospitate nei palazzetti. Tra i tanti volontari al lavoro anche il pilota dell’Alpha Tauri Yuki Tsunoda

Si continua a lavorare senza sosta, per voltare pagina e cercare di tornare al più presto alla normalità. Nel giorno in cui sono proseguite le evacuazioni nel ravennate e nelle zone montane, lo stesso in cui le città della Bassa Romagna subivano impotenti l’arrivo dell’acqua nei centri storici, nel territorio faentino iniziavano le operazioni di sistemazione e pulizia dal fango e dall’acqua.

Castel Bolognese

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A Castel Bolognese la furia del Senio ha causato la distruzione dell’asfalto del parcheggio delle Cupole, e i piani sotto al livello stradale risultavano ancora pesantemente allagati. Pezzi di vetrine si presentavano sfondate e trascinate per metri, e persino le abitazioni mostravano ferite pesanti con scantinati e pian terreni sensibilmente toccati. Una situazione emotivamente e psicologicamente difficile anche per via degli allagamenti già subìti dalla cittadina romagnola poche settimane fa.

Faenza Centro

Volontari pulizia faenza centro

Lo stesso anche a Faenza. In corso Garibaldi e nelle traverse colpite dall’inondazione come Piazza San Francesco e via della Croce, oltre al pilota dell’Alpha Tauri Yuki Tsunoda e parte dello staff della scuderia di F1, erano in molti ad avere in mano una ramazza o uno scopone per ripulire le strade dal fango. Lo stesso in Corso Saffi, dove in pochissimo tempo all’incrocio con il Ponte delle Grazie si sono create, ora dopo ora, montagnole di effetti personali, oggetti, elettrodomestici e mobilio distrutti e definitivamente irrecuperabili. La sedia del taglio di fronte alla bottega del barbiere, le macchine da cucire di fronte al negozio specializzato in vendita e riparazioni, e ancora tavoli, materiale da ufficio, vocabolari, libri, armadi ed anche giochi per bambini. Talmente tanti da dover richiamare l’attenzione del sindaco Massimo Isola il quale nella serata di giovedì con un post pubblicato sui canali social ha dovuto precisare che l’emergenza era ancora in corso e che eventuali accumuli di rifiuti avrebbero potuto rallentare il passaggio dei mezzi dei soccorritori. Le stesse cataste infinite di beni, oggetti e ricordi di una vita intera, si erano nel frattempo accumulate anche in zona Orto Bertoni, in via Bondiolo, e in Corso Matteotti.

Il Borgo di Faenza e via Lapi "Non si è salvato niente"

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Nel frattempo pompe per l’acqua e pale erano al lavoro all’interno dei Salesiani, così come nel Borgo. In via Monte Romano e in Corso Europa, anche grazie alla riapertura pedonale del Ponte delle Grazie, erano decine i giovani che si sono dati appuntamento per spalare il fango nelle abitazioni di parenti, familiari, amici, vicini e anche di molti sconosciuti. Solidarietà tanta, e tantissimo lavoro che sarà necessario anche nei prossimi giorni perchè le strade, nonostante la giornata sufficientemente soleggiata, risultavano ancora molto viscide e il fango ancora decisamente pesante e persino profondo in via Cimatti e via d’Azeglio. Ancora più complessa la situazione in via Renaccio, in via Lapi e nelle parallele via Comerio, via Pani, via Bettisi, Piazza Ferniani e così via fino alla Porta Montanara. Qui il torrente innaturale creatosi durante l’esondazione del Lamone si è tramutato, con l’abbassamento dell’acqua, in una palude. Le persone ancora in casa sono riuscite ad uscire constatando la devastazione delle auto portate via dalla corrente. Poco più in là un gommone abbandonato, e ancora diversi centimetri di acqua melmosa. “E’ tutto da buttare, non si è salvato niente - il commento di un residente che abita in quella zona -. Io abito al primo piano, si è salvato solo il secondo. I miei genitori hanno deciso di restare in casa, io e la mia famiglia invece siamo andati a casa di amici”. Il colpo più duro dell’alluvione sono infatti le centinaia di persone costrette fuori dalla propria casa.

In centinaia nei palazzetti

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Giovedì sera il Palabubani, il Palacattani e anche il padiglione A del centro fieristico erano stati trasformati in centri di prima accoglienza in cui hanno stanno trascorrendo giornate e notti oltre 300 faentini. Numeri mai gestiti in questi termini in città e anche qui grande impegno da parte dei volontari di Croce Rossa, gruppi Scout Agesci, e rioni, tra gli altri. “C’è stata grande solidarietà da parte della città. In poche ore le persone più fortunate ci hanno portato montagne di vestiti, scarpe e generi alimentari - racconta un volontario mostrando gli scatoloni vicino alla porta d’ingresso”.

La cucina mobile regionale della Protezione Civile

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In poche ore è stata anche allestita la mensa, nel padiglione B del Centro Fieristico. “Siamo arrivati ieri da Parma - spiegano i 15 volontari del Nuovo Intergruppo di Parma facente parte della Colonna Mobile Regionale di Protezione Civile -. Siamo in grado di servire mille pasti al giorno divisi tra pranzo e cena”. Il gruppo attivato è composto perlopiù da volontari in pensione ed è lo stesso che si mise in moto per il terremoto di Amatrice, per l’alluvione e per il terremoto nel modenese, per l’alluvione nelle Marche e per il terremoto a Montegallo. “Veniamo da Parma - afferma Aldo ‘Duccio’ Maestri, il coordinatore -, e siamo stati attivati per le prime 72 ore di emergenza. In questo caso però sembra che presteremo il nostro servizio per più tempo, forse una settimana abbondante”. Alle 19.30 arriva per la cena il primo gruppo di cittadini colpiti dall’alluvione: 18 persone a piedi guidate da una dipendente comunale. Persone comuni con vite normalissime purtroppo stravolte dagli eventi disastrosi degli ultimi giorni.

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