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Il PdL: "Biodigestore di Savarna, fare impresa senza disagi"

"Intervengo sulla questione della futura realizzazione del biodigestore nel territorio di Savarna (RA), non solo su esplicito invito di alcuni residenti della zona"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Intervengo sulla questione della futura realizzazione del biodigestore nel territorio di Savarna (RA), non solo su esplicito invito di alcuni residenti della zona, ma anche perché a Casemurate (FC) si stanno concretizzando gli spettri paventati nell’ultima riunione svoltasi a marzo di quest’anno proprio a Savarna riguardo al NO, dei cittadini Savarnesi, al biodigestore. Premesso che non sono un tecnico in materia, pur essendomi ampiamente documentato, ho aspettato fino ad oggi ad intervenire sulla questione poiché nella Provincia di Forlì – Cesena, in particolare a Casemurate, proprio in questo periodo, è andato a regime il nuovo biodigestore.

 

Ho svolto un sopralluogo assieme ai residenti della zona forlivese ed ho constatato personalmente che le paure scaturite nella riunione di Savarna, a Casemurate, si sono concretizzate tutte (vedasi anche articolo sul Resto del Carlino cronaca di Forlì di mercoledì 22 agosto 2012). Il biodigestore da poco meno di 1 Megawatt di Casemurate occupa circa 3 ettari di terreno. E’ “nutrito” con circa 25.000 tonnellate di materia prima (mais, sorgo, fieno, ecc.) all’anno con un’incidenza territoriale di circa 500 ettari. Si noti bene che il materiale da utilizzare dovrebbe essere di scarto, proveniente dalle produzioni agricole e da allevamenti, invece si tratta di materia vegetale distolta da altre produzioni. Per trasportare questo materiale servono dai 4.000 ai 5.000 mezzi fra camion e trattori all’anno, con evidenti picchi nella stagione estiva. Nella zona in questo periodo ne passano uno ogni 10 minuti, e per questo motivo è aumentato notevolmente l’inquinamento da gas di scarichi, l’inquinamento da cattivi odori dovuti alla fermentazione della materia “digerita”, l’inquinamento da polveri sottili, i rischi per la circolazione dei mezzi, che quando si incrociano danno adito a potenziali incidenti, senza parlare del conseguente dissesto delle strade.

 

Ora, guardando quello che sta capitando ai nostri vicini, non vi è dubbio che il biodigestore di Savarna, così come progettato porterà alla collettività più danni che benefici. Una proposta condivisibile consiste nel fare impresa con il massimo riguardo all’impatto sulla zona e sui relativi abitanti. La filiera dovrà essere a “km 0”, i terreni che produrranno “il nutrimento” dovranno essere individuati intorno all’area del biodigestore per ridurre al minimo l’inquinamento e l’incidenza viabilistica. Esorto gli abitanti di Savarna e le autorità ad andare in via Bevano a Casemurate per constatare di persona il disagio patito dai residenti; disagio che, presto, potrebbe concretizzarsi anche a Savarna.

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