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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Le mappe dei satelliti per pianificare soccorsi e ricostruzione post-alluvione

Le mappe dettagliate, ottenute tramite l'analisi di immagini satellitari, non sono semplici rappresentazioni geografiche, ma strumenti cruciali che permettono di pianificare e organizzare interventi di soccorso efficaci

Studiomapp, azienda con base a Ravenna specializzata in geo-intelligence e già premiata dal Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti per aver vinto una sfida internazionale per velocizzare le operazioni di soccorso dopo disastri naturali analizzando immagini satellitari con l’intelligenza artificiale, ha reso disponibile mercoledì l'ultima mappa aggiornata delle aree colpite dall’alluvione in Romagna.

Le mappe dettagliate, ottenute tramite l'analisi di immagini satellitari, non sono semplici rappresentazioni geografiche, ma strumenti cruciali che permettono di pianificare e organizzare interventi di soccorso efficaci. Un esempio concreto del valore di queste mappe si è visto nel Comune di Alfonsine: infatti, grazie alle mappe messe a disposizione nei giorni scorsi da Studiomapp, l'amministrazione ha potuto valutare la sicurezza delle infrastrutture scolastiche e pianificare una riapertura delle scuole sicura e tempestiva.

“La visione dall’alto che hanno i satelliti per l’osservazione della terra è l’ideale per coprire grandi porzioni di territorio e aree di interesse con grande precisione - commenta Leonardo Alberto Dal Zovo, Ceo di Studiomapp - Realizzare una mappa delle aree allagate è comunque complesso: nel caso di alluvioni, la copertura nuvolosa non permette la raccolta di dati con satelliti di tipo ottico (simili a fotocamere, ma molto più potenti), ma fortunatamente sono presenti in orbita anche sensori attivi di tipo Sar (radar ad apertura sintetica) che riescono a raccogliere dati utili anche in condizioni meteo avverse. Dei due satelliti Sar lanciati dal programma europeo Copernicus a partire dal 2014, solo uno è attualmente in funzione per un’avaria che ne ha reso inutilizzabile uno a dicembre 2021, e questo ha purtroppo reso più complicato avere informazioni aggiornate rapidamente".

“Per questo motivo, per far fronte all’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, Studiomapp ha direttamente coinvolto e ottenuto da subito il supporto e la collaborazione di importanti realtà internazionali come Planet, società americana pioniera della new space economy con la più grande costellazione satellitare commerciale al mondo per l’osservazione della terra ad altissima risoluzione e frequenza; Umbra, startup americana specializzata in immagini radar ad apertura sintetica ad altissima risoluzione; Maxar, uno dei principali fornitori di immagini satellitari commerciali per le agenzie di sicurezza nazionale americane; e Sarmap, società svizzera leader nell’elaborazione di immagini radar. Queste aziende hanno generosamente fornito immagini, servizi e know-how pro-bono, rafforzando così la capacità di Studiomapp di rispondere efficacemente all’emergenza.

Allagamenti_BassaRomagna-23-05-2023_75dpi

“L’emergenza non è ancora finita purtroppo: le mappe che abbiamo prodotto sono solo a puro scopo informativo, non rivestono pertanto carattere di ufficialità, ma mostrano come grandi porzioni di territorio siano ancora allagate, in particolare nella provincia di Ravenna - continua Dal Zovo - Se alcune aree come Fornace Zarattini stanno via via migliorando, altre aree all’interno del comune di Alfonsine e dei comuni della Bassa Romagna sono ancora sotto forte pressione e saranno necessari diversi giorni e sforzi affinché la situazione migliori sensibilmente".

Ma il valore dei satelliti e del contributo di Studiomapp non si esaurisce nella risposta all'emergenza e nella lotta contro le sfide climatiche, ambientali e naturali. Queste mappe giocano un ruolo fondamentale anche nella fase di ricostruzione post-emergenza: identificano con precisione le aree che hanno subìto danni e serviranno anche per identificare le aree più vulnerabili guidando i lavori di ripristino. Saranno quindi uno strumento fondamentale per supportare la pianificazione urbanistica più efficace e resiliente.

"Il nostro obiettivo è chiaro: utilizzare la tecnologia per costruire un futuro più sicuro e sostenibile - afferma Angela Corbari, direttore operativo di Studiomapp - Lavoriamo per fornire alle autorità strumenti accurati e tempestivi che facilitino decisioni informate. Il nostro impegno è rivolto verso la protezione delle vite umane, la promozione di una ripresa efficace e la creazione di un futuro in cui la tecnologia sia al servizio delle comunità e dell'ambiente." Le amministrazioni locali e le organizzazioni attive nei soccorsi possono contattare Studiomapp per ulteriori informazioni e per ricevere gratuitamente le mappe più aggiornate o supporto per l’emergenza.

Allagamenti_Ravenna_23-05-2023_75dpi

Monitoraggio con i droni del Cer per mappare le acque non smaltite e i punti più a rischio

Completate le manovre eccezionali di inversione del corso del Canale, che hanno consentito di far defluire le acque dalle zone allagate nell’alveo del fiume Po, il Cer prosegue nell’operatività di supporto ingegneristico e pratico alla gestione dell’alluvione mettendo in campo il suo contributo tecnico-scientifico per il monitoraggio delle condizioni e l’identificazione di soluzioni efficaci per far fronte all’emergenza.

Su mandato della Prefettura di Ravenna, in collaborazione con il Consorzio di bonifica della Romagna e Italdron, i ricercatori di Acqua Campus Cer-Anbi, attraverso l’uso combinato di droni con tecniche di fotogrammetria e telerilevamento, hanno completato la mappatura di un’estesa area nel Ravennate, così da stimare i volumi di acqua ancora in circolazione e identificare le zone più sensibili dal punto di vista geomorfologico. I dati raccolti hanno infatti permesso di creare un modello digitale del terreno generando così una mappa in tre dimensioni del territorio ora a disposizione degli enti competenti l’emergenza e in particolare dei Consorzi di bonifica della Romagna e della Romagna Occidentale che, da giorni, si stanno prodigando per allontanare le acque dalle aree di competenza, a difesa dei territori e a tutela delle comunità. La stessa tecnologia è inoltre in uso lungo l’asta principale del Cer per consentire al personale tecnico di identificare eventuali danni che le esondazioni dei torrenti appenninici possono aver causato sulle lastre e nelle arginature del Canale.

Foto_ConsorzioCER_-_Area_alluvione_-_Veduta_aerea

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