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Economia

Allevamenti, Cia Romagna: "Tanta disinformazione sul comparto. Per noi ambiente e animali sono al primo posto"

Gli imprenditori del settore preoccupati dalla diffusione di messaggi scorretti: “L'allevatore è il primo difensore dell’ambiente ed è il primo animalista. Il benessere animale è un nostro obiettivo"

La zootecnia per Cia Romagna è una parte importante per il futuro di questo territorio, in particolare per collina e montagna: in questi luoghi si carica ancora di più di valore sociale oltre che di valore economico. Quest’attività, come gli agriturismi, in collina e in montagna, serve a tenere vivi i territori, genera un indotto, realizza manutenzione del territorio.

“Queste persone sanno benissimo che devono affrontare dei disagi, che sono lontani dall’alta velocità, dalle scuole, dall'università, dal casello dell'autostrada, da tutto, ma stanno in collina perché hanno passione, perché sono legate a quel territorio - afferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna - Se non creiamo le condizioni perché rimangano, quando saranno venute giù moriranno di nostalgia, ma non ci torneranno mai più”.

"Il calo delle quotazioni nell’allevamento, i rincari delle materie prime, dei costi dell’energia e dei trasporti, nonché la disinformazione sul comparto, sul benessere animale e su emissioni di CO2 sono alcune delle criticità che si trova ad affrontare la zootecnia - lamenta Cia Romagna - Il 2021 è stato un anno complessivamente complicato. Inoltre andamento climatico e fauna selvatica, sempre più impattante, tormentano un comparto già vessato".  

Questi alcuni dei temi approfonditi nel corso della presentazione dell’Annata Agraria della Romagna, organizzata da Cia in webinar, con il referente del settore zootecnico Antonio Bonelli e due allevatori: Stefania Malavolti, coordinatrice di Donne in campo, e Matteo Pagliarani, presidente dei giovani agricoltori (Agia Romagna).

"I controlli su questo comparto sono alquanto numerosi, scrupolosi e stringenti - precisa Cia Romagna - ma  devono essere anche sostenibili. Se non si registra la nascita di un vitello entro le otto ore sono guai seri; se trasporti dalla sala parto alla sala allevamento un vitello appena nato dentro la carriola si finisce sui social o in tv per presunto maltrattamento animale". Sull'argomento interviene anche l'allevatrice Stefania Malavolti di Casola Valsenio: “Sfido chiunque a trasferire in braccio un vitello appena nato di 70-80 kg con anche il rischio di fargli più male che bene. Anche i bambini appena nati vengono trasferiti alla nursery nelle culle e non in braccio”.

Per lupi e cinghiali basta recintare, ma gli esperti spiegano cosa significhi recintare terreni in collina e montagna: “Non sono campi da calcio, belli squadrati - sintetizza la Malavolti - Ci sono fossi, scarpate, dossi. In campagna si è sempre fatto il recinto agli animali perché non uscissero, ora dobbiamo invece impedire che non entrino gli altri e quindi fare una recinzione molto particolare e resistente. E si sa che un cinghiale quando vuol passare, passa”.

Gli imprenditori del settore sono anche preoccupati dalla disinformazione: “L'allevatore è il primo difensore dell’ambiente ed è il primo animalista – specifica Matteo Pagliarani - Il benessere animale è un nostro obiettivo. Gli allevatori sono identificati come inquinatori o come coloro che disturbano il lupo in montagna. Troppe fake news danneggiano un intero settore e disorientano l’opinione pubblica e, a volte, la politica”. Malavolti e Pagliarani invitano proprio la politica ad intervenire per sensibilizzare, far capire cos’è la zootecnica e suggeriscono di dare un valore a tutti i controlli a cui sono sottoposti per smentire messaggi mediatici denigratori.

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