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Economia Russi

Confesercenti attacca il sindaco: "Un nuovo supermercato è davvero necessario?"

"Dove c'è un commercio vivo e sostenibile i piccoli centri resistono e qui, dobbiamo constatarlo, si sta facendo di tutto per impedirne la sopravvivenza"

La Confesercenti di Ravenna giovedì ha inviato una lettera al sindaco di Russi Sergio Retini, dopo la notizia di un altro supermercato in arrivo in città. "Supermercato di cui non si sente proprio la necessità, tanto più per le tendenze dei consumi ancora instabili e per le aziende che continuano a calare e a chiudere - spiega Confesercenti - A Russi (dati Camera di commercio di fine giugno 2017) rispetto alla stessa data del 2016 si registrano nove aziende in meno nel commercio e quattro nei pubblici esercizi. Come associazione a tutela della piccola e media imprenditoria, non possiamo che prendere atto di una decisione volutamente non condivisa con la rappresentanza economica e il nostro sguardo ora si rivolge alla Russi dal 2018 in poi: le imprese del territorio, dal centro storico alle frazioni, avranno ora l'ennesima struttura di Grande Distribuzione Organizzata a minare la già fragile filiera commerciale di una piccola realtà come quella russiana. Pensiamo ai negozi, ai bar e ristoranti del centro storico e soprattutto alle imprese del Mercato Coperto che più di tutte le altre soffriranno di questa nuova apertura pienamente appoggiata dall'amministrazione. Dopo l'esperienza Mercatone Uno, dopo una media struttura Gdo in centro storico e l'estrema vicinanza agli ipermercati di Faenza e Ravenna, la Confesercenti crede fermamente che non
fosse imprescindibile l'apertura di una nuova struttura con quelle caratteristiche. Rispetto al numero di abitanti di Russi (circa 12.200) crediamo che le strutture di Gdo presenti sul territorio comunale fossero più che sufficienti a servire le necessità della popolazione: la nuova apertura prevista per il 2018 non farà altro che frammentare la clientela, attirata da un (così pare) discount che per le sue caratteristiche metterà in difficoltà seriamente tutto il commercio cittadino".

"Inoltre - proseguono - ci fa dubitare la posta in cambio all'apertura di questa struttura: una nuova piazza antistante la biblioteca a servizio della cittadinanza non può essere sostitutiva di una politica volta alla valorizzazione del centro storico di Russi. La biblioteca di Russi fornisce un servizio fondamentale alla cittadinanza in uno spazio che ha perfettamente mantenuto la storia del suo passato e si è integrato con la sua funzione di aggregatore sociale, soprattutto per i giovani del paese, attraverso servizi ed iniziative di livello. La “porta d'accesso” alla biblioteca di Russi sarà un supermercato discount: neanche nelle città più avanzate dal punto di vista urbanistico si vedono prospettive di questo genere, con palesi inversioni di tendenza ormai in atto da un decennio in tutta Europa per spostare le grandi strutture nelle zone industriali e comunque fuori dal perimetro cittadino. Si dice che in Italia arriviamo a “scoppio ritardato” rispetto all'Europa, implementando azioni e politiche già vecchie e miopi rispetto ai tempi che corrono e si evolvono in fretta: in questo caso specifico, è mancato un processo di condivisione con le imprese e le parti sociali che avrebbe potuto generare idee e prospettive differenti, per una Russi del futuro che non vogliamo vedere desertificata. Vogliamo esprimere rammarico per la mancata informazione e la non condivisione del progetto, precludendo così qualsiasi discussione e, chissà, la condivisione di idee ed alternative, ma anche una forte preoccupazione rispetto al futuro del già minato piccolo mondo del commercio e sevizi di Russi, perché dove c'è un commercio vivo e sostenibile, i piccoli centri resistono e qui, dobbiamo constatarlo, si sta facendo di tutto per impedirne la sopravvivenza".

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