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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Case per le vacanze: rallenta il calo delle compravendite rispetto all'estate 2013

Crescono le famiglie di studenti universitari che valutano l'acquisto di un appartamento nei lidi, come alternativa al solo posto letto per figli studente

Un folto pubblico di addetti ai lavori e di agenzie immobiliari ha partecipato mercoledì mattina nella sala consiliare del municipio all’esposizione dei dati su compravendite e locazioni negli immobili turistici nei lidi ravennati. L’iniziativa promossa da Confcommercio, Comune e Camera di Commercio ha visto intervenire Luca Dondi, direttore generale di Nomisma, Fabrizio Savorani, responsabile Fimaa, Giorgio Cornacchia di Confcommercio.

“La fiducia sul patrimonio  immobiliare delle case di vacanza e delle seconde case nei nostri centri del litorale continua a mantenersi alta nonostante il dato negativo del meno 7 per cento, che si registra nel numero delle contrattazioni e nell’entità degli affitti - ha dichiarato il vicesindaco Giannantonio Mingozzi -. Stiamo facendo il possibile attraverso la revisione del Rue anche nel comparto turistico per semplificare le procedure burocratiche delle ristrutturazioni e conversioni, mantenendo una media equilibrata di tassazione sulla seconda casa".

"E’ chiaro che questo settore è direttamente collegato anche alla promozione di Ravenna città d’arte e ai servizi pubblici che riescono a rendere una località ancora appetibile sotto il profilo degli investimenti - ha aggiunto -. E’ il nostro sforzo più grande per far sì che chi sceglie Ravenna e le località dei lidi riceva in cambio più garanzie sulla sicurezza dei trasporti, più opportunità di svago e la stessa città aperta nelle offerte commerciali e nella visita ai nostri monumenti”. Mingozzi ha citato infine un indicatore a suo avviso positivo per Ravenna: “Crescono le famiglie di studenti universitari che valutano l’acquisto di un appartamento nei lidi, come alternativa al solo posto letto per figli studente. Nel 2012 sono stati una cinquantina le compravendite di questo tipo, sono raddoppiate nell’anno accademico 2013-14”.

Lo scenario - Rallenta il calo delle compravendite delle abitazioni per vacanza rispetto all'estate 2013 e scendono i prezzi. Questi, in estrema sintesi, i dati principali che emergono dai risultati dell'Osservatorio nazionale immobiliare turistico 2014 di Fimaa-Confcommercio. La ricerca  condotta in collaborazione con la  società di studi Economici Nomisma, ha "fotografato" l'andamento del mercato 2014 delle case per vacanza attraverso l'analisi dei dati delle locazioni e delle compravendite di 184 località di mare e 95 di montagna e lago. Ebbene, dopo il tracollo del 2012 (-26,7%), nel 2013 si è registrata una flessione del 9,5%, senza differenze significative tra mare (-9,9%) e montagna (-6,7%), per effetto soprattutto del perdurare del credit crunch (nel 2013 i mutui erogati sono stati un terzo di quelli concessi nel 2006) e della crescente pressione fiscale sul mattone. Quanto ai prezzi, il calo medio è del -5,1%: le regioni dove si è registrato quello maggiore (-8%) sono Liguria, Umbria e Sicilia, seguite da Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Marche con un -7%. Stabili le variazioni dei prezzi rispetto allo scorso anno di Valle d'Aosta, Toscana e Sardegna, mentre la Basilicata è l'unica regione le cui località turistiche hanno visto un lieve aumento dei prezzi della fascia più alta del mercato (+2%). Il prezzo medio per l'acquisto di un'abitazione turistica in Italia è di 2.500 euro al metro quadro commerciale, con quotazioni sul mercato top che oscillano dai 15.500 euro al metro quadro di Santa Margherita Ligure agli appena 350 di Cavedine (TN). Nelle località marine, il calo maggiore dei prezzi registra in Liguria (-7,8%), mentre tra le località di montagna o lago la maggiore variazione negativa è in Umbria (-7,7%).

Le considerazioni - I dati dell'Osservatorio Immobiliare Turistico 2014 fotografano la gravità del perdurare della crisi economica che attanaglia il mercato immobiliare e il nostro Paese ormai da diversi anni. Gli effetti della recessione sono infatti ancora forti ed evidenti nel mercato immobiliare in generale e in quello per le case vacanza in particolare, che sono specchio dell'andamento economico negativo che soffoca l'intero Paese. "Purtroppo - è stato evidenziato -. non si vede ancora alcun segnale di ripresa effettiva così come si sperava ad inizio anno: il mercato dell'intermediazione è pressoché fermo e i timidi segnali di ripresa delle compravendite non bastano a spingere l'economia del settore, che continua ad essere stretta dalla morsa del credit crunch".

"L'Italia ha bisogno dunque di cambiare verso anche al settore immobiliare turistico con un progetto nazionale di politica che rilanci il turismo, ridando vitalità al mercato delle case per vacanza e istituzionalizzando la certificazione di qualità dei luoghi - chiosano Fabrizio Savorani, consigliere nazionale F.I.M.A.A. e di Giorgio Cornacchia, presidente Coordinamento Provinciale F.I.M.A.A. -. Rilancio significa anche semplificazione: ecco perché Fimaa propone Governo di considerare per gli extraeuropei che desiderino acquistare case vacanza in Italia una free card di ingresso, una sorta di permesso di soggiorno automatico se l'acquisto dell'immobile supera i 250mila euro, così da attirare gli investimenti stranieri e consolidare i flussi turistici".

"Se si vuol davvero rimettere in sesto il mercato dell'intermediazione immobiliare occorre comunque che il Governo riequilibri la pressione fiscale sul mattone, mettendo ordine nella confusione tra Tasi, Tari e Imu - aggiungono Savorani e Cornacchia -. Le imposte sulla casa sono troppe, il mercato è in stallo e gli episodi che si sono verificati sulle scadenze della Iuc, con annunci di rinvii e cambiamenti in corso, hanno solo dato dimostrazione di uno Stato in affanno che non rispetta le scadenze e disorienta e spaventa i contribuenti. La priorità è quella di un'unica grande riforma fiscale che tenga conto dei problemi e delle esigenze dei cittadini e delle imprese del settore. Da quando è esplosa la crisi oltre 750mila posti nel comparto sono andati persi nel silenzio più assoluto. Dall'altro lato, il cliente-consumatore medio continua ad essere molto prudente: riduce i consumi ed evita gli investimenti a causa del futuro incerto. Per questo Fimaa lancia “il grido d'allarme dei nostri 40mila operatori, categoria che rappresenta il tessuto produttivo di un'Italia fatta di cittadini e lavoratori stanchi dell'aumento della pressione fiscale e della burocrazia eccessiva, di dover rinunciare alle vacanze, di una politica di tante parole e pochi fatti, di dover ancora rimandare le speranze di una ripresa che tarda ad arrivare".

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