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Gasperoni (Confesercenti): "Non drammatizziamo il problema inquinamento"

“Poco più di un mese fa - ricorda - è stato presentato dall’Istat il rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano secondo cui l’aria nelle nostre città anche in riferimento alle polveri sottili è migliore rispetto agli anni passati"

"Non drammatizziamo il problema inquinamento". E' quanto afferma il presidente comunale di Confesercenti Ravenna, Gianluca Gasperoni. “Poco più di un mese fa - ricorda - è stato presentato dall’Istat il rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano secondo cui l’aria nelle nostre città anche in riferimento alle polveri sottili è migliore rispetto agli anni passati. Se chiediamo alle persone se oggi l’aria è più inquinata e sta peggiorando la risposta sarebbe affermativa. E’ strano non vi pare? Eppure la realtà di numeri e delle ricerche (Arpa Lombardia, Cirillo, Accademia delle scienze Parigi) ci dice proprio che  praticamente tutti gli inquinanti dal biossido di azoto fino alle polveri sottili sono in diminuzione e, come anche gli studi di Legambiente confermano, non esiste correlazione tra PM10 e aspettativa di vita (proprio in questi giorni il responsabile dell’unita di pneumologia di Ravenna ha del resto dichiarato che “l’effettiva incidenza dell’inquinamento atmosferico sullo sviluppo di neoplasie polmonari è questione controversa”)".

"Quello che pare mancare è un discorso onesto e vero sui numeri; si sono lette interviste dei cosiddetti esperti in cui non c’è univocità neanche sui dati e men che meno sui rimedi. Mi pare che le cose più sagge le abbia dette il prof Veronesi che ci invita a prendere decisioni con calma e sistematicità perchè non siamo all’anno zero dei provvedimenti contro l’inquinamento e soprattutto stigmatizza il terrorismo mediatico sui decessi presunti per smog che alimentano paura e panico esagerati - chiosa -. Nelle ultime settimane i valori del pm10 sono peggiorati in molte città ed anche in quelle della nostra regione. Questo ha fatto sì che alcuni sindaci hanno imposto divieti di circolazione alle auto e blocchi del traffico più o meno estesi. E’ la scelta giusta? Per capirlo dovremmo chiederci da cosa è determinato il valore del pm10; e qui la risposta non è facile in quanto “la definizione della composizione del pm10 in base alla sorgente è un esercizio complesso, essendo assai mutevole a seconda delle condizioni urbanistiche, territoriali, meteorologiche, atmosferiche” ed è quindi pressoché impossibile stabilire una quota di assegnazione specifica universalmente accettabile delle diverse fonti che compongono il pm10".

Gasperoni prende come esempio i dati delle città della nostra regione: "Bologna è la città più grande e con una maggiore concentrazione di traffico ed ha valori del pm10 quasi la metà di Rimini, città sul mare che presenta i dati più allarmanti.   Si può tuttavia far riferimento agli studi più autorevoli effettuati in materia, per chiarire quale incidenza abbiano le diverse sorgenti, nelle diverse condizioni di localizzazione, ed in particolare quale incidenza sia stimabile per la sorgente automotive, ovvero quella generata dalle attività di mobilità e trasporto. Secondo Apat e Rse il traffico produce  il 35% delle polveri sottili presenti in città, valore che scende al 20%, al di fuori delle aree urbane. Ma il dato per le ragioni di cui sopra non è univoco in tutti i territori.  Nelle località di montagna l’apporto dei riscaldamenti arriva al 20-25% perché è piu diffuso l’uso di legna e pellet che producono quantità maggiori di polveri sottili. E poi alcune curiosità: tra le più alte situazioni di inquinamento da micro polveri sono i parrucchieri per signora e le cucine; entrambi sono continue fornaci in cui si brucia di tutto e spesso senza ricambi d’aria sufficienti; il primo con i phon e il secondo con i fornelli: (cfr. studio sulle polveri pm10 e 2,5 del Politecnico di Milano). Dovremmo poi chiederci se la limitazione della circolazione delle auto serve ed è utile in termini ambientali e di salute dei cittadini. Ormai da molte indagini effettuate in seguito all’introduzione di limitazione al traffico degli ultimi anni il risultato è che servono a poco se non in molti casi a niente. E questo deve essere ben presente dagli amministratori che stanno prendendo provvedimenti e ne vorranno prendere in seguito". 

"Il tema delle limitazioni al traffico riguarda anche la nostra città; ci sono state dichiarazioni sui possibili rimedi a questa situazione contingente, così come quelle dell’assessore regionale Gazzolo che non ci piacciono nella volontà di penalizzare ancora di più i centri delle citta - prosegue -. Se prendiamo il rapporto Arpa sulla qualità dell’aria a Ravenna del 2014 si può leggere che tutti i dati sugli inquinanti sono in diminuzione, almeno dal 2007; anche il pm10 ha un trend calante tanto che l’anno scorso nessun sforamento oltre i limiti di legge mentre la criticità viene rilevata solo nella stazione Sapir. Ed è proprio nella zona industriale che quest’anno si sono avuti ad oggi 79 sforamenti. In contrasto con l’influenza scarsamente rilevante delle limitazioni del traffico sull’andamento delle emissioni di pm10, emerge al contrario la notevole correlazione che intercorre tra le principali variabili meteorologiche e le concentrazioni delle polveri inquinanti. Non piove da molto tempo, non c’è vento e abbiamo una alta pressione atmosferica: tutte condizioni sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti. Non appena le condizioni ritorneranno nella norma il dato del pm10 rientrerà mentre il blocco del traffico come al solito si rivelerà un palliativo ed una risposta priva di effetti reali. Dovrebbe passare per prima cosa dalla presa di coscienza che questa problematica  così complessa deve prevedere risposte coordinate sovra provinciale e sovra regionale se come è vero le polveri sottili si disperdono nell’aria per chilometri. Ci auguriamo per questo che dall’incontro di domani al Ministero esca un piano organico per tutta la pianura padana che incida sulle fonti del problema".

"Ma passerà come sempre dall’innovazione e dal progresso tecnologico il miglioramento maggiore dell’ambiente e dell’inquinamento:  attraverso il rinnovo del parco dei veicoli commerciali e degli autobus di linea obsoleti, il rinnovo del parco delle autovetture e il completamento della metanizzazione degli impianti di riscaldamento e delle centrali di potenza industriali . conclude -. Poi ci stanno anche un cambiamento delle nostre abitudini in ragione di come ci muoviamo e di come riscaldiamo le nostre case. Ma il costo economico delle limitazioni deve essere tenuto in considerazione se a maggior ragione non corrisponde ad un beneficio sotto l’aspetto dell’ambiente". Gasperoni riporta un' intervista all’ex direttore del dipartimento atmosferico del Cnr, Allegrini: “Venti, trenta, quarant’anni fa i carichi inquinanti dell’aria erano sicuramente molto più pericolosi per la nostra salute. Questo non si discute perché è fuori di ogni dubbio... Adesso livelli di PM10 di 50 microgrammi a metro cubo fanno scattare l’allarme. Probabilmente queste soglie 20 anni fa erano di 300 microgrammi... Non è un paradosso. È proprio così. Sarebbe strano il contrario. Sarebbe strano che dopo anni che parliamo di inquinamento  l’aria non fosse più sana. Ci mancherebbe altro”

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