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Il Tar boccia il Pitesai, stop alle nuove estrazioni. Mingozzi (PrI): "Riprenderle senza perdere altro tempo"

Il Tar del Lazio ha dichiarato nullo il Pitesai, il piano nazionale che fissa i limiti alle attività di esplorazione di petrolio e gas, individuando le aree idonee alle trivellazioni

Il Tar del Lazio ha dichiarato nullo il Pitesai, il piano nazionale che fissa i limiti alle attività di esplorazione di petrolio e gas, individuando le aree idonee alle trivellazioni. La decisione dei magistrati amministrativi è contenuta in due sentenze che accolgono in parte le richieste di alcuni operatori dell'energia, che hanno visto ridimensionarsi alcuni permessi esplorativi a seguito dell'applicazione delle nuove norme. "Il ricorso avverso il Pitesai va dunque accolto, con conseguente annullamento del Piano", si legge nelle carte del Tribunale, che illustrano le rispettive sentenze.

I vincoli del Pitesai (acronimo di Piano per la transizione ecologica sostenibile delle aree idonee) in sintesi hanno messo in forse anche concessioni già assegnate, proprio mentre la produzione di gas nazionale arranca. Il Pitesai è stato approvato dall'allora ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Tra le contestazioni accolte dai magistrati ci sono le violazioni lamentate dagli operatori a proposito delle "garanzie partecipative nella fase di Vas e le carenze istruttorie e motivazionali che hanno caratterizzato la procedura di redazione e approvazione". Ovviamente ora il successore di Cingolani alla guida del ministero, Gilberto Pichetto Fratin, potrà ricorrere in appello contro la decisione.

"Il Tar del Lazio ha bocciato il Pitesai varato nel 2021 che, dopo un lungo iter che ha coinvolto Regioni, Commissione Via/Vas, istituzioni e tre Governi, aveva definito aree e luoghi dove veniva consentita l'estrazione di idrocarburi in terra e mare, superando la precedente moratoria che durava da tre anni - commenta l'esponente ravennate del Partito repubblicano italiano Giannantonio Mingozzi - Anche se il ricorso di Padana Energia e Gas Plus che ha dato origine alla bocciatura era motivato prevalentemente da osservazioni inerenti le concessioni in terra, il provvedimento congela anche le possibili nuove estrazioni in mare di gas, particolarmente utili al Paese quelle previste in Adriatico. Questo strumento, quasi un Piano Regolatore delle risorse energetiche, era contestato da più parti e con una così lunga gestazione ha finito per prolungare ulteriormente le attese novità in ordine a concessioni e permessi di ricerca che sono alla base di ogni scelta operativa, e quindi c'è da augurarsi che non si ricominci da capo a costruirne un secondo che ci farebbe perdere altro tempo e non cancellerebbe le ragioni del ricorso".

"Di fatto, come si evince dalla pronuncia del Tar, le procedure semplificate per potenziare produzione e approvvigionamento di gas dalle imprese del settore evidentemente non erano efficaci per tale scopo, quindi i vincoli e le rigidità erano maggiori delle opportunità e alla fine nessuna novità apprezzabile è emersa, né si sono sveltiti i tempi - conclude Mingozzi - A nostro avviso Governo e istituzioni, Ministero dell'ambiente e della transizione ecologica e organismi di controllo e verifica ambientale sono perfettamente in grado di disporre provvedimenti che consentano finalmente la ripresa delle estrazioni, almeno in Adriatico, per contribuire a un Piano delle Risorse Energetiche che non abbia la palla al piede di un nuovo Pitesai, ma aiuti la crescita delle risorse italiane e consenta alle imprese dell'oil&gas ravennati di riprendere un'attività che aiuta l'occupazione e fa crescere l'economia". 

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