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Addio alle vecchie province, sì definitivo della Camera: il ddl Delrio è legge

La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge che riforma le Province (primo passo verso l'abolizione), istituisce le Città metropolitane, incentiva le unioni e fusioni di Comuni

"In Italia non esisteranno più le Province come le abbiamo conosciute finora. E Bologna, il nostro capoluogo regionale, diventerà una delle nove Città metropolitane del Paese assieme a Torino, Milano, Venezia, Genova, Firenze, Napoli, Bari, Reggio Calabria". E' quanto afferma il deputato ravennate Alberto Pagani, annunciando che la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge che riforma le Province (primo passo verso l'abolizione), istituisce le Città metropolitane, incentiva le unioni e fusioni di Comuni. Testo approvato a larga maggioranza, con il voto contrario anche del Movimento 5 stelle

"Alla scadenza del mandato, nel 2016, anche la provincia di Ravenna cambierà completamente volto - prosegue Pagani -. Non andremo più a votare per il suo rinnovo. Non si sarà più la Giunta. Né spese per il personale politico. Perché secondo il provvedimento che la Camera ha approvato in via definitiva, il 1542-B (cosiddetto Ddl Delrio), questi enti territoriali spariranno sul tutto territorio nazionale e al loro posto verranno realizzati enti di “area vasta” inter-comunale in un'ottica di maggiore efficienza, programmazione integrata dei servizi e risparmio di spesa pubblica. La legge prevede il superamento delle province, l'istituzione delle città metropolitane e alcune modifiche su unioni e fusioni dei comuni".

Aggiunge Pagani: "In attesa della riforma del Titolo V della Costituzione, che modificherà complessivamente l'architettura istituzionale anche rispetto alle autonomie locali, già da oggi viene ridisegnata concretamente la struttura degli enti territoriali, procedendo a uno snellimento amministrativo per una sempre maggiore integrazione tra i comuni. Obiettivo realizzato dalle nuove strutture delle province, come la loro composizione chiarisce perfettamente. Obiettivo realizzato con l'istituzione delle città metropolitane – ente territoriale previsto dalla Costituzione – che manderanno in pensione le omologhe province".

Prosegue il parlamentare ravennate: "L'azione voluta dal Governo, sostenuta dal Pd e ratificata dal Parlamento risponde all'idea di una razionalizzazione della macchina statale – di cui in previsione farà parte anche l'abolizione del Senato elettivo e il superamento del bicameralismo perfetto – con cui diminuiscono anche i costi di gestione. Per effetto della scomparsa delle giunte, per la gratuità del lavoro svolto da consiglieri e presidenti e per una semplificazione complessiva delle funzioni, i nuovi enti provinciali costeranno ai cittadini molto meno".

Le nuove province - "Seguendo un concetto che sta alla base anche al progetto del Senato delle Autonomie, la nuova provincia sarà un organo formato da chi già ricopre incarichi negli enti locali che la compongono. Le nuove province saranno istituti leggeri - spiega Pagani -. Gli organi saranno il presidente della provincia, il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci. Tutti gli incarichi sono a titolo gratuito. Il presidente viene eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della provincia e deve essere un sindaco della provincia stessa. Il presidente resta in carica quattro anni ma decade automaticamente in caso di cessazione dalla carica di sindaco".

"Il consiglio provinciale è l'organo di indirizzo e controllo, approva il bilancio, i regolamenti, i piani, i programmi territoriali e ogni altro atto sottoposto dal presidente della provincia - aggiunge il deputato -. Il consiglio resta in carica 2 anni e hanno diritto di elettorato attivo e passivo i sindaci e i consiglieri dei comuni della provincia. Anche in questo caso, la cessazione dalla carica comunale comporta la decadenza da consigliere provinciale. L’assemblea dei sindaci è composta dai sindaci dei comuni della provincia. È competente per l'adozione dello statuto e ha potere consultivo per l'approvazione dei bilanci; lo statuto può attribuirle altri poteri propositivi, consultivi e di controllo".

Alle province continuano a spettare funzioni di pianificazione territoriale provinciale, tutela e valorizzazione dell'ambiente per gli aspetti di competenza, pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, costruzione e gestione delle strade provinciali, programmazione provinciale della rete scolastica nel rispetto della programmazione regionale, gestione dell'edilizia scolastica,  controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità.

"I tempi per la creazione dei nuovi enti saranno differenti a seconda che il mandato dell'attuale compagine decada nel 2014 o dal 2015 in poi - chiosa ancora Pagani -. Nel primo caso – come per esempio accadrà a Forlì-Cesena o Rimini – all'inizio del prossimo anno si insedieranno i nuovi enti come ridisegnati dal Parlamento. Nel nostro caso, visto che il presidente Casadio è stato eletto nel 2011, la giunta provinciale finirà il proprio mandato e, a ridosso del suo scioglimento, l'assemblea dei sindaci provvederà all'elezione del consiglio provinciale. E di conseguenza all'elezione del nuovo Presidente".

Le nove città metropolitane - "Oltre a Bologna, diverranno tali Torino, Milano, Venezia, Genova, Firenze, Napoli, Bari, Reggio Calabria - illustra il deputato Pd -. Il territorio delle città metropolitane coincide con quello delle loro attuali province che verranno così totalmente sostituite. Per quanto riguarda gli organi della città metropolitana, la legge indica: un sindaco metropolitano il cui incarico è esercitato a titolo gratuito, il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana. Il sindaco metropolitano sarà il sindaco del capoluogo. Il consiglio metropolitano è eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della città metropolitana tra gli stessi sindaci e consiglieri dei comuni in questione".

"Il consiglio - chiarisce - resta in carica 5 anni ed è l'organo di indirizzo e controllo che approva regolamenti, piani, programmi, il bilancio e altri atti presentati al consiglio dal sindaco. La conferenza metropolitana è composta dal sindaco metropolitano e dai sindaci dei comuni coinvolti. È competente per l’adozione dello statuto e ha potere consultivo per l’approvazione dei bilanci; lo statuto può attribuirle altri poteri propositivi e consultivi. Tutti gli incarichi sono a titolo gratuito. Entro il 30 settembre 2014 si svolgono le elezioni del consiglio metropolitano, indette dal sindaco del comune capoluogo e si insediano il consiglio e la conferenza. Il 1° gennaio 2015 le città metropolitane subentrano pienamente alle province".

Conclude Pagani: "La riforma approvata oggi è un passaggio significativo, segno della volontà di riorganizzare, snellire e risparmiare. E segno della volontà – che per Ravenna come per tutti i comuni sarà fondamentale – di integrare ancora di più i servizi degli enti locali in una visione che avvantaggi il territorio concepito come un'unica grande casa, un unico grande sistema, sostituendo l'istituto intermedio della Provincia attuale con uno strumento più flessibile di cui faranno parte sindaci e consiglieri del territorio stesso. Ovvero saranno i rappresentanti dei comuni a mettersi in rete in maniera più coesa."

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