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Liceo Scientifico, "5 aule nel Palazzo Verdi dell’Università in via Pasolini"

L’assessore ai lavori pubblici, Secondo Valgimigli, ha risposto a un’interpellanza del capogruppo Gianfranco Spadoni (Udc) su "che fine ha fatto l'acquisto della porzione d'immobile per il liceo scientifico di Ravenna costato un milione e 700 mila euro?"

L’assessore ai lavori pubblici, Secondo Valgimigli, ha risposto a un’interpellanza del capogruppo Gianfranco Spadoni (Udc) su "che fine ha fatto l'acquisto della porzione d'immobile per il liceo scientifico di Ravenna costato un milione e 700 mila euro?". “Nel 2004 il consiglio provinciale deliberò l’acquisto dell’immobile – ha spiegato Valgimigli - ma l’alienazione fu perfezionata solo nell’agosto 2007. Il tempo intercorso per il perfezionamento del rogito fu dovuto alla necessità di modifica del piano regolatore, all’autorizzazione degli organi religiosi alla vendita, alle procedure catastali per separare la porzione acquistata, all’autorizzazione della Soprintendenza alla vendita, procedure, fra l’altro, di competenza della parte venditrice e non della Provincia".

"Subito dopo, nel novembre 2007, fu approvato dalla Giunta il progetto definitivo della sistemazione dei locali ad uso scolastico per un importo di un milione 400mila euro. I nostri uffici si attivarono immediatamente per la progettazione esecutiva ottenendo, fra luglio ed agosto 2008, il parere positivo da parte della Soprintendenza ai beni culturali e dell’Ausl - ha proseguito l'assessore -. In quella fase si facevano già sentire i vincoli del patto di stabilità e di fatto non erano utilizzabili le risorse disponibili per quell’investimento; si decideva pertanto di sospendere le attività finali di approvazione del progetto esecutivo e di gara di appalto".

Per quanto riguarda il pagamento di affitti di aule presso altre sedi, ha aggiunto Valgimigli, "in una sola occasione contingente e per un solo anno, si è dovuto corrispondere un rimborso spese al concessore dei locali, per fare da ponte verso una nuova soluzione non onerosa. Diversamente da quanto ritiene Spadoni, la Provincia ricerca le soluzioni al tema complesso della programmazione dell’edilizia scolastica, soggetto a continue variazioni della domanda, con un attento monitoraggio e con la stretta collaborazione di Comuni e Università".

"Grazie a queste collaborazioni, si sta perfezionando l’ipotesi di mettere a disposizione della Scuola superiore 5 aule nel Palazzo Verdi dell’Università in via Pasolini, senza oneri di locazione, per il prossimo anno scolastico. In prospettiva si libereranno aule attualmente utilizzate dall’Università,Scienze Ambientali  al Perdisa, che consentiranno soluzioni soddisfacenti e non onerose. In questo quadro mutato – ha cncluso Valgimigli - l’ipotesi di ristrutturazione dell’immobile di via Oberdan è oggettivamente superata. Si valuterà pertanto, d’intesa con il Comune di Ravenna, quale destinazione dare alla struttura.”

“Si è trattato di un’operazione immobiliare incauta e in qualche misura avventata – ha replicato Spadoni - che si è poi rivelata sbagliata; un investimento in totale perdita per la Provincia, che, oltretutto, ha concorso ad accentuare la situazione d’indebitamento dell’ente. Un ente che spicca, fra le province della regione, per i suoi valori deficitari, con particolare riferimento al dato che mette a confronto la consistenza dei debiti di finanziamento con il totale delle entrate correnti. Un dato che dovrebbe essere inferiore al 140% mentre oggi si attesta addirittura al 209,33%”  

“La Provincia dal 2004 si è indebitata ulteriormente, non ha raggiunto l’obiettivo alla base di tale investimento, vale a dire la dotazione di  nuove aule per l’Oriani,  e per nove anni (2004-2013) ha continuato a pagare interessi e capitale con risorse pubbliche senza trarne alcun beneficio perché l’edificio è  tuttora completamente  inutilizzato. Alcuni approfondimenti, come l’esame dei vincoli urbanistici esistenti e prevedibili, la serie di impedimenti burocratici di varia natura, i necessari passaggi di adeguamento al piano regolatore, e altri,  avrebbero dovuto rappresentare per l’ente la strada maestra da seguire. La giunta non chiarisce ancora se tale immobile continuerà a rappresentare un bene  improduttivo per l’ente, o s’intenda, invece, inserirlo nel Piano delle alienazioni con l’obiettivo di cederlo definitivamente ammettendo il clamoroso flop.”  

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