rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica Faenza

Faenza conta i danni dell'alluvione: "Un disastro epocale, ma non era prevedibile"

Dopo l'acqua ora prosegue la lotta contro fango e detriti. Il sindaco Isola: "30mila tonnellate di rifiuti mobilitate in una settimana"

“Quanto successo il 2 maggio e il 16 maggio è disastro epocale con caratteri apocalittici”. Così il sindaco di Faenza Massimo Isola ha inaugurato il consiglio comunale tematico legato all’alluvione, svoltosi lunedì nell’aula consiliare di Palazzo Manfredi. La città è stata duramente colpita dagli eventi che hanno comportato il “600% in più di precipitazioni, se si considerano anche quelle delle zone collinari” e sta ancora lottando “non solo con l’acqua - ha riferito il sindaco -, con l’immane quantitativo di rifiuti da smaltire, ovvero oltre 30mila tonnellate mobilitate in una settimana, ma anche con il fango che sta intasando parte del sistema fognario e che continua ad essere uno dei problemi principali da risolvere”. Nel corso dell’assemblea il primo cittadino ha toccato nel proprio intervento anche l’evento siccitoso tra le due alluvioni, e le frane finite nei corsi d’acqua e riversatasi fino alla città, ripercorrendo inoltre i momenti antecedenti all’alluvione “L’allerta, poi rettificata, inizialmente era di colore arancione e non rossa - ha spiegato -, quanto accaduto non era prevedibile e non si sarebbe potuto fermare. La portata dell’evento è stata tale da essere studiata da scienziati da tutto il mondo per i caratteri di straordinaria anomalia. Non eravamo pronti ad affrontare un disastro del genere. Gli studi che avevamo in mano escludevano dai rischi la zona di via Cimatti, via Pellico e via D’Azeglio. Gli studi tecnici e ingegneristici infatti non sono più utilizzabili” ha evidenziato Isola.

Nel corso della seduta quindi il riferimento ai numeri e agli interventi che il comune ha sostenuto, anche economicamente, con chiarimenti specifici in numeri da parte dell’assessore con delega alla Protezione Civile Massimo Bosi: “Sul territorio hanno lavorato 4150 operatori e volontari della Protezione Civile, con 30 mezzi di lavoro, a settimana. 1660 unità del volontariato regionale e 1989 giornate lavorative, in media 70 unità al giorno. Da questa settimana anche 70 uomini della colonna mobile del Piemonte. Abbiamo avuto la collaborazione di Emergency, circa 60 volontari, che ha gestito anche gli infopoint degli ‘angeli del fango’. E la Croce Rossa con circa 20 volontari al giorno per supporto assistenziale dal 2 maggio. Oltre ai mezzi in possesso dei volontari, abbiamo avuto badili, idropulitrici, scope, e mezzi meccanici che ditte private hanno messo a disposizione. 41 sono stati gli operatori di Polizia Locale di Faenza che hanno svolto anche doppi turni, e dal 9 maggio, grazie al coordinamento con la Prefettura e con il Comando di Ravenna, c’è stato un incremento di 336 operatori a supporto. La Polizia Locale si è occupata anche della rimozione delle auto, oltre 1000 complessivamente, e sono intervenute 9 unità dell’Esercito, e 4 del Battaglione San Marco della Marina”. Solo per Faenza.

In città, come riportato dagli amministratori, si continua a lavorare su fango e ripristino delle numerose zone colpite, da Reda ai corsi del centro cittadino, da via Renaccio a via San Martino, senza dimenticare la zona del Borgotto, Orto Bertoni, via Della Valle. Proseguono anche le verifiche sulle abitazioni: “Abbiamo fatto fronte a 1321 segnalazioni, di cui 898 sono state evase - ha detto Massimo Bosi -: 576 con codice verde, 229 con codice arancione quindi con parte dell’immobile inagibile, 76 in codice rosso quindi l’immobile interamente inagibile, e 17 in codice blu con immobili non visitabili. A seguito sono state emesse 36 ordinanze sindacali di evacuazione con 190 persone che potranno rientrare a casa solo dopo i lavori di ripristino, e 73 ordinanze di limitazioni d’uso del fabbricato. Restano da effettuare oltre 400 sopralluoghi”. E bisogna fare fronte a circa duemila persone evacuate o sfollate. Di queste, alcune centinaia sono state ospitate nelle strutture alberghiere o per le situazioni di fragilità, si è resa necessaria l’attivazione di posti letto nelle strutture protette cittadine.

L’alluvione ha interessato "6000 nuclei familiari - come ha ribadito il sindaco -, 12mila persone, un quinto dei cittadini coinvolti dal disastro. Dobbiamo sostenerli, così come le imprese e l’economia agricola, ma occorre che lo stato, il governo e la regione facciano la loro parte, attraverso l’erogazione di risorse”. Nelle prossime ore i sindaci dei territori colpiti saranno a colloquio con il governo. “Bisognerà lavorare di concerto con tutti i soggetti del territorio: comuni in pianura, comuni in collina e nelle zone montuose e regione per un piano complessivo di interventi coordinati per la messa in sicurezza del territorio romagnolo, dagli Appennini al mare. Nessun comune può affrontare da solo questo tipo di interventi. Occorreranno investimenti, e immaginare una ridefinizione della questione urbanistica” ha concluso il sindaco.

Tanti gli interrogativi posti così come ancora molto è il lavoro da fare. Risorse, chiarezza, trasparenza e gratitudine, sono stati inoltre i concetti maggiormente citati dai consiglieri intervenuti. Uno per gruppo con 10 minuti di tempo per argomentare, tra chi ha dedicato il proprio intervento a quanto accaduto, e chi invece ha rimarcato la necessità di interventi imminenti, come le questioni riguardanti le utenze o le manutenzioni, ed anche strutturali, come per esempio le casse di espansione, affinché quanto accaduto non ricapiti mai più. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Faenza conta i danni dell'alluvione: "Un disastro epocale, ma non era prevedibile"

RavennaToday è in caricamento