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Sulla riorganizzazione scolastica il capogruppo di Lega Nord esprime i suoi "sospetti"

In seguito alla votazione in municipio riguardo la riorganizzazione scolastica, il capogruppo di Lega Nord Tavoni spiega i motivi del suo dissenso, compreso il sospetto che i tagli alla scuola ravennate siano stati scelti per rispettare equilibri politico-regionali.

In seguito alla votazione in municipio riguardo la riorganizzazione scolastica, il capogruppo di Lega Nord Tavoni diffonde i suoi motivi, compreso il sospetto che la scelta dei tagli alla scuola pubblica ravennate sia stata fatta per rispettare equilibri politico-regionali.

Il consiglio comunale di lunedì 28 novembre ha visto, infatti, l'approvazione della delibera per ridurre i comprensivi scolastici da 10 a 9 previsto dalla riorganizzazione scolastica nel comune di Ravenna, con 17 voti favorevoli da Pd e Idv, 4 voti contrari da parte di Lista per Ravenna e dal consigliere Tavoni (Lega Nord) e 11 i voti inespressi: Pdl, Movimento 5 Stelle, Sel, Federazione della sinistra e il consigliere Guerra (Lega Nord).

Il capogruppo Learco Tavoni giustifica con un comunicato stampa la sua scelta: "ho votato contro la delibera del 28 novembre 2011 sia per il metodo usato per arrivare al voto su questa delibera, sia per la sostanza in essa prevista in quanto la delibera va contro le legittime aspettative del mondo scolastico ravennate (insegnanti,alunni,genitori e il mondo della scuola tutto). E' incomprensibile - continua Tavoni - che il Comune intenda rinunciare ad un’autonomia scolastica, con indubbie ricadute negative sulla scuola locale e quindi sulle famiglie e la comunità nel suo complesso (classi più numerose, calo insegnanti, spostamenti logistici). Il Ministero dell’Istruzione ha affermato, senza mezzi termini, che Ravenna è in linea con la Riforma della scuola e non ha necessità di rinunciare ad un comprensivo, dato che è addirittura a credito di un’ autonomia scolastica.
La Giunta - prosegue il consigliere - ha voluto votare l’approvazione (e non la semplice assunzione) dei principi generali del dimensionamento scolastico, rinviando l’organizzazione scolastica vera e propria e quindi i tagli, a tempi successivi. Ma, a dimensionamento approvato, eventuali tavoli di confronto tra gli utenti , insegnanti, alunni e genitori, potranno riguardare solo gli accorpamenti: la riduzione negativa dei comprensivi è ormai data per scontata.

Non vorremmo - conclude Tavoni - che per risolvere i problemi che hanno alcune province dell’Emilia che non sono in regola coi parametri ministeriali (notizia riportata da alcuni giornali) ,si fosse scelto di sacrificare la nostra scuola per rispettare equilibri politico/regionali".

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