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Elezioni politiche, intervista ad Alessandro Bongarzone (Unione Popolare): "Occupiamo il vuoto lasciato a sinistra"

Salario minimo e comunità energetiche sono alcune delle proposte per il Paese del candidato ravennate di Unione Popolare: "Gli altri partiti difendono i propri interessi"

Salario minimo, fine delle fonti di energia fossili e lavorare per la pace. Questi sono alcuni dei temi sollevati da Alessandro Bongarzone, candidato nel collegio plurinominale della Camera romagnolo alle elezioni del 25 settembre con la lista Unione Popolare. 63 anni, romano di nascita e romagnolo per amore, Bongarzone ha alle spalle una lunga esperienza sindacale, milita dal 2006 nel partito di Rifondazione Comunista ed è stato candidato sindaco di Ravenna nel 2021 per la lista Comunisti Uniti.

In vista delle elezioni, abbiamo fatto qualche domanda al candidato.

Com'è nata questa candidatura?
La mia candidatura è nata all'interno del progetto di Unione Popolare, nel tentativo di riproporre l'uguaglianza come argomento di discussione in questo Paese. Noi dobbiamo riempire uno spazio che non c'è più. Uno spazio non più occupato perchè gli altri partiti, anche quelli che si professano di sinistra, sui fondamentali difendono in realtà i propri interessi.

Quali sono i temi di cui dovrà occuparsi in via prioritaria il nuovo Governo?
Questo sarà un problema del nuovo Governo. A modo loro, ognuna delle due grandi coalizioni sui fondamentali dicono la stessa cosa. A livello di tassazione, Letta (del Pd, ndr) dice no alla flat tax, ma ha accettato 4 aliquote: vorrei ricordare che nel 1974 erano 42 le aliquote. Per le altre cose, si sa cosa faranno loro: il rigassificatore, e c'è anche chi ripropone il nucleare.

Ecco, ripartiamo proprio dal rigassificatore per parlare del tema energia: qual è la sua posizione in merito?
Noi siamo per la giustizia ambientale che impone, perché non c'è più tempo e non si può aspettare fino al 2050 come dice qualcuno, che subito si metta mano alla fine del fossile. Le tecnologie di oggi ci permettono di ovviare a questo problema. Si parla anche tanto di idrogeno: con le comunità energetiche nelle nostre città potremmo fare una quantità di idrogeno da paura. Noi siamo anche per il potenziamento del trasporto pubblico: una grossa fetta delle emissioni di CO2, come noto, è causata dai trasporti e dai riscaldamenti delle abitazioni. Chiudere questa partita risolverebbe il 50% problema. La giustizia ambientale, però, deve andare di pari passo con la giustizia sociale.

Una delle proposte portate avanti da Unione Popolare è quella del salario minimo di 10 euro. E' una proposta realizzabile?
La proposta è realizzabile. Abbiamo la fortuna di vivere nella parte del mondo ricca, in cui i soldi ci sono. Alcuni ci hanno chiamato Robin Hood e noi ne siamo felici. Vogliamo davvero prendere i soldi e darli al popolo. Il salario minimo è la condizione base per dare dignità a chi non ce l'ha. C'è gente in questo Paese che va a lavorare per 3 euro l'ora o anche meno. Il salario minimo non è la soluzione finale della questione dignità, ma è un buon punto di partenza. Cominciamo a dare risposte, soprattutto ai giovani, diplomati e laureati, che fanno 3 o 4 lavori sottopagati per riuscire a sbarcare il lunario.

Un tema collegato a quello del lavoro è poi quello del contrasto alla povertà. Quali interventi ritiene siano più urgenti in tal senso?
Un strumento c'è già, quello del reddito di cittadinanza. Noi siamo per rafforzare quello strumento. Il problema è che il reddito di cittadinanza ha voluto mescolare due problemi, quello dei sussidi e quello della ricerca del lavoro. Secondo alcune stime, pare che il 70% di chi percepisce il reddito siano persone che effettivamente non hanno possibilità di lavorare, e bisogna preservare chi non può lavorare. Per gli altri ci sono le politiche del lavoro, la formazione attiva.

Come mai secondo lei anche collegi storicamente "rossi" sono diventati "blu" nei sondaggi?
Collegi rossi non si vedono da qualche decennio, diciamo che erano collegi rosa. Detto questo, chi si è fidato del Pd e si è sentito fregato, mancando un riferimento a sinistra - perché noi siamo nati da poco e dobbiamo recuperare il terreno - è evidente che abbia cercato alternative altrove, dove c'è chi propone qualcosa che sembra rispondere a propri interessi. Anche se chi propone una flat tax non fa certo l'interesse dei lavoratori, ma solo dei padroni. Lo scontro, in pratica, è tra due destre.

Ad agosto ha fatto molto scalpore a livello nazionale il caso delle colonie organizzate dall'associazione Evita Peron (nata da Forza Nuova). In questo senso è preoccupato dalla possibile vittoria della coalizione di centrodestra?
Non ci siamo preoccupati quando c'erano quelli veri, questi sono fascisti da operetta. Va contrastata la loro idea, questo sì. Noi siamo impegnati affinché le persone si rendano conto di chi hanno davanti. Questi fascisti da operetta vanno contrastati e vanno rispettate le leggi che ci sono, dalla legge Scelba alla legge Mancino. Di modi per impedire loro di far danno sulle nuove generazione ce ne sono.

Se fosse eletto quale sarebbe la prima cosa che farebbe?
Vorrei proporre immediatamente una soluzione per favorire gli elementi di dialogo fra i combattenti di Ucraina e Russia, per giungere almeno a un cessate il fuoco. Non possiamo cercare di raggiungere la giustizia sociale e ambientale in un clima di guerra. Noi stiamo di fatto partecipando alla guerra. La prima cosa da fare, quindi, sarebbe una risoluzione per applicare l'articolo 11 della Costituzione.

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