rotate-mobile
Politica

Azzardo, più una droga che un gioco: molti i ravennati nella 'ragnatela'

Cresce il gioco d'azzardo tra la popolazione, che vi può accedere in qualsiasi momento della giornata e nei luoghi più diversi anche attraverso l'offerta on line. A Ravenna sono 27 le persone che nel 2011 si sono rivolte al Sert

“Cresce il gioco d’azzardo tra la popolazione, che vi può accedere in qualsiasi momento della giornata e nei luoghi più diversi anche attraverso l’offerta on line. In provincia di Ravenna sono 27 le persone che nel 2011 si sono rivolte al Sert per questa dipendenza (nel 2010 erano 19). La spesa che gli italiani riservano a questa attività è in continuo aumento, nonostante la generale contrazione dei consumi delle famiglie".

Sono le prime parole del sindaco Matteucci a margine dell’incontro di martedì mattina in Muncipio sulle azioni contro le forme di dipendenza da gioco

"Gli introiti dello Stato e dei gestori sono rilevanti e in continua crescita, incrementati da una pubblicità  pervasiva, accattivante ed ingannevole, e preoccupa la presenza della criminalità organizzata in diversi contesti legati al gioco. La pratica del gioco d’azzardo si accompagna ad un alto rischio di perdita di controllo e di dipendenza, con impatti drammatici sulla vita del giocatore e della sua famiglia. Per analizzare il fenomeno dal punto di vista sanitario e sociale, culturale e normativo, analizzare l’impatto del gioco d’azzardo sui sistemi socio-sanitari e valutare le possibili risposte,  il Comune, d’intesa con il Prefetto Bruno Corda, ha organizzato questa mattina un incontro che si è  svolto nella sala del Consiglio comunale".

"Il Ministro della Sanità  ha proposto con un decreto che, nell’ambito dell’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea), dovranno essere inserite anche le prestazioni riferite a soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico. Nel decreto del Ministro Balduzzi viene sancito il diritto alla cura, con la diagnosi e la valutazione di tutti i casi e la presa in carico delle persone più gravi. Mi auguro che il Parlamento approvi questa parte del decreto e che il Governo preveda anche un adeguato impegno Finanziario" ha detto ancora il sindaco.

I SERVIZI CONTRO LE DIPENDENZE PATOLOGICHE - A Ravenna esiste una rete molto diffusa ed efficiente di servizi contro le dipendenze patologiche, che da diversi anni si sta facendo carico di pazienti con dipendenze da sostanze immateriali, come è appunto il gioco d’azzardo che dunque costa ai cittadini, rende allo Stato e ai gestori ma le cui conseguenze sanitarie ricadono sulla comunità  perché questi servizi non sono finanziati da nessuno. "A oggi a Ravenna sono decine  i cittadini  seguiti dai servici dell’Ausl e da diverse meritorie associazioni. E’  un fenomeno in crescita rapidissima, quindi i servizi senza organizzazione, potenziamento e finanziamento non potranno dare risposte adeguate" ha detto il primo cittadino, che poi ha sottolineato come sia "un fenomeno che cresce proporzionalmente alla crisi. I dati affermano che vengono coinvolte in misura sempre maggiore i più deboli, i giovani ma soprattutto le categorie di persone in difficoltà. L’aumento di fatturato del gioco in contemporanea con gli anni della crisi: nell’ ultimo anno è cresciuto tre volte tanto. Quindi diminuiscono i consumi primari ma aumentano quelli legati al gioco d’azzardo. Il Comune di Ravenna  farà  la sua parte, e lo faremo tutti insieme: tutti insieme con sanità, sociale, terzo settore, coinvolgendo gli esercenti e lavorando per frenare questa piaga sociale, un problema gravissimo al pari delle dipendenze patologiche come l’alcolismo.

LE CIFRE - A Ravenna e in Emilia Romagna si gioca soprattutto al bar (86% delle donne che hanno giocato nell’ultimo anno, 77% gli uomini), a casa propria o di amici (18% uomini, 14% donne), nelle sale scommesse (11% uomini, 1% donne) o su internet (13% uomini, 2% donne). I giochi preferiti sono il lotto e il superenalotto (67% delle donne che hanno giocato nell’ultimo anno, 64% gli uomini), seguono gratta e vinci e lotto istantaneo (58% donne e 55% uomini) e le scommesse sportive (19% uomini e 6% di donne)

"L'AZZARDO NON E' UN GIOCO" - "Da anni associazioni, singole persone e operatori pubblici fanno moltissimo contro i danni del gioco compulsivo.  Da oggi sono meno soli. Il Comune e il tavolo che abbiamo insediato questa mattina renderanno più  forte questo insieme di azioni con la campagna L'AZZARDO NON E' UN GIOCO. Dopo l’incontro di oggi, da cui sono scaturite proposte molto interessati, il tavolo di lavoro selezionerà  e renderà  operative diverse azioni concrete di comunicazione, prevenzione e assistenza, che arricchiranno le diverse e meritorie iniziative che sono già  in campo”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Azzardo, più una droga che un gioco: molti i ravennati nella 'ragnatela'

RavennaToday è in caricamento