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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Mingozzi a Bondi: "Spegnere le luci in città e incentivare il gioco?"

Giannantonio Mingozzi ha inviato a Enrico Bondi, commissario per la razionalizzazione della spesa del governo Monti, la seguente nota che concerne anche problematiche ravennati

In merito alla legge di stabilità approvata martedì dal consiglio dei ministri il vicesindaco di Ravenna Giannantonio Mingozzi ha inviato a Enrico Bondi, commissario per la razionalizzazione della spesa del governo Monti la seguente nota che concerne anche problematiche ravennati. “L’impegno verso il risanamaneto dei conti pubblici che il govenrno Monti persegue, anche attraverso il ripristino di un’etica e di una morale che appariva scomparsa, trova tutto il mio consenso", scrive Mingozzi.

"Ma cio non ci può impedire come pubblici aministratori di evidenziare, per porvi mano, inadempienze che vanno corrette. Per una media città come Ravenna trovo piuttosto superficiale da parte del governo lanciare l’operazione “cieli bui”, vale a dire spegnere una parte della pubblica illuminazione o affievolirla nei centri storici o sulla rete viaria, quando è proprio sul potenziamento dei punti luce che ci è stato chiesto di impostare una parte delle politiche di sicurezza pubblica, anche in carenza di organici adeguati delle forze dell’ordine - continua il vice sindaco -. Attendo di leggere il regolamento attuativo, ma voglio dire a Bondi che sarà molto più difficile utilizzare i sistemi di videosorveglianza in uno stato di penombra cittadina, e rispondere di no a chi chiede nuovi punti luce a Ravenna come parziale deterrente a micro e grande criminalità".

"Nel contempo, mi pare altrettanto incredibile vedere che lo Stato e il monopolio spendono cifre analoghe a quelle che si intendono risparmiare in corrente elettrica, nella promozione e nella pubblicità a pagamento che incentiva i giochi on line, lotterie istantanee, gratta e vinci, lotto e vari altri apparecchi da giochi. Proprio ieri (martedì per chi legge, ndr) a Ravenna, incontrando vari protagonisti e interlocutori di questa problematica abbiamo capito che il gioco compulsivo, vero dramma dei giorni nostri, riguarda il contesto globale senza alcuna eccezione di questa sindrome che non ha età - chiosa Mingozzi -. E vedere lo stato che ne promuove una parte non mi sembra per nulla educativo, né tantomeno logico e lungimirante nella spesa. Piuttosto mi dispiace che in questi ulteriori provvedimenti e revisione della spesa pubblica non si faccia menzione del via definitivo e concreto che si attende per la vendita di beni patrimonio dello stato, come le tante caserme che garantirebbero incassi, e consentirebbero ai Comune e ai privati di realizzare opere di pubblica utilità. Come un parcheggio per il centro storico di Ravenna” .

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