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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

"Per gli impianti a biogas serve una maggiore pianificazione"

Il consigliere provinciale dell'Udc, Gianfranco Spadoni, punta il dito sulla proliferazioni di impianti su tutto il territorio ravennate e invita ad una programmazione più puntuale

In questi ultimi anni stanno  proliferando sull’intero territorio provinciale numerosi  impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili – biogas – che in qualche misura occorrerebbe sottoporre a una  programmazione  attenta per evitare lo stravolgimento del comparto  agricolo e la mancata tutela delle produzioni. Il rischio potrebbe essere quello di trasformare la finalità originaria di attività integrativa del reddito nel settore  agricolo, in attività sostitutiva dell’agricoltura stessa.

Oltre  una trentina di impianti fra quelli autorizzati ed altri all’esame della Provincia, sono il dato più attendibile riferito a questi impianti di produzione di energia elettrica da biogas, o da biomasse solide o, ancora,  da biomasse liquide.

Un fenomeno in forte espansione e che richiederebbe una sorta di ‘pianificazione’ coerente e rispettosa del Piano territoriale di coordinamento  provinciale Ptcp,  del Piano energetico e ambientale, nonché di quello meramente agricolo, al fine di conferire ogni tipo di assicurazione riguardo al pieno rispetto delle normative in vigore. Normative che attengono principalmente  le emissioni in atmosfera, gli scarichi,  l’impatto ambientale, i rischi di esplosione, le possibili fonti d’inquinamento, e, non per ultima, la tutela della salute, senza tralasciare la contestualizzazione paesaggistica,  il consumo del territorio, e un non sempre corretto inserimento degli impianti nel tessuto urbanistico e rurale.

Oltre a questo, non vanno messi in secondo piano altre due questioni di particolare importanza riferite prima di tutto all’approvvigionamento delle biomasse  agricole, zootecniche o di altra tipologia e il  relativo stoccaggio, così come  quella riferita all’ ubicazione degli impianti in rapporto ai contesti insediativi e, soprattutto abitativi in un quadro di viabilità idonea e sicura, in molti casi compromessi.      

Non esiste nessun pregiudizio in materia di biomasse per fini energetici, tuttavia sulla base del radicale cambiamento del nostro modello di agricoltura forse unico in Europa, si rende indispensabile una più attenta panificazione da parte della Provincia, competente in materia, per approfondire  tutte le questioni di merito e fornire una serie di proposte  programmatiche. In altri termini la Provincia non è solo il soggetto di coordinamento della conferenza dei servizi cui fanno capo tutti gli enti  interessati per il rilascio dell’autorizzazione unica, ma deve svolgere, altresì, la funzione di regolamentazione e pianificazione, proprio alla luce del cambiamento in atto del sistema agricolo dovuto all’insediamento di questi nuovi impianti.

L’obiettivo, oltretutto, non può prescindere da una serie di  strategie messe in campo  per valorizzare il comparto agricolo nella logica di favorire attraverso gli impianti in oggetto, lo sviluppo integrato con l’agricoltura e creare occupazione e indotto. Per questo, appunto, vanno declinate precise linee d’indirizzo in un quadro di regole riferite alla programmazione e alle politiche messe in campo dall’ente di piazza dei Caduti, titolare di competenze di primo livello sul versante agricolo e ambientale.

In altre parole ritengo che l’istituzione  provinciale  debba assumere una funzione più strategica e di programmazione per disegnare assieme agli agricoltori e ai portatori di interessi, nuovi modelli di sviluppo territoriale nel pieno rispetto dell’ambiente e  ancor prima della salute dei cittadini, senza mai rinunciare al dialogo diretto con la popolazione .    

Gianfranco Spadoni
consigliere provinciale Udc
 

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