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"La Provincia unica non basta, tagliare gli enti inutili"

L'Udc concorda e fa propria la posizione dell'Unione delle province d'Italia - Upi - espressa attraverso una lettera aperta indirizzata al premier Mario Monti

L’Udc concorda e fa propria la posizione dell’Unione delle province d’Italia – Upi – espressa attraverso una lettera aperta indirizzata al premier  Mario Monti, riguardante la riforma  e la riduzione delle amministrazioni provinciali, l’istituzione delle Città metropolitane e la riorganizzazione degli uffici territoriali dello Stato. Lo conferma il consigliere provinciale dell'Unione di Centro, Gianfranco Spadoni.

“L’Upi, nel rimarcare la massima collaborazione al raggiungimento dell’obiettivo alla base della complessa riforma, evidenzia, tra l’altro,  come il solo provvedimento in sé riferito all’accorpamento delle province  non sia assolutamente sufficiente per contenere la spesa pubblica, ma occorra, invece, un’operazione  più radicale per sopprimere le spese inutili e ridurre drasticamente gli sprechi. L’accetta, quindi, va abbattuta inevitabilmente, - pena l’insuccesso della spendig review, - sulla sterminata lista di enti e organismi che si occupano di servizi che, più propriamente, dovrebbero essere svolti dalle Regioni e dalle Province. Si tratta di organismi strumentali, quali, ad esempio, enti, agenzie, società, aziende, e altri, i quali hanno un costo per la collettività di oltre 7 miliardi di euro di cui ben 2 miliardi e mezzo solo per spese riguardanti i consigli di amministrazione. In totale gli enti complessivi operanti a livello regionale sono 3.127 e di questi, quasi i due terzi sono rappresentati da società partecipate di cui, peraltro, i cittadini in larga parte non conoscono l’esistenza. Si tratta, in altre parole, di strutture spesso create artatamente per spartire poltrone, conferire incarichi e gestire il potere, oltretutto, sfuggendo quasi completamente al controllo dei consigli elettivi regionali e provinciali, uniche  e vere sedi di rappresentanza  dei cittadini in seno alla pubblica amministrazione”.

“La tabella pubblicata dall’Upi, indica con chiarezza l’elenco degli enti suddiviso per regioni, cui andrebbero aggiunti, per completezza d’informazione, 84 fondazioni a partecipazione regionale  o sub regionale, 41 istituti di ricerca e cura a carattere scientifico, 94 parchi regionali o interregionali, 165 aziende sanitarie, 24 autorità ed enti portuali, ed altri ancora. - prosegue Spadoni -  Come si evince chiaramente dalla citata tabella, la Regione Emilia Romagna è quella che ha il maggiore numero di enti, e proprio su questa materia occorre una forte sterzata per non rischiare di perdere la credibilità e, soprattutto, se  non si vuole mortificare  e compromettere l’avviata riforma ragionevolmente indispensabile. Anche la Provincia, allo stesso modo, è chiamata ad assicurare tali livelli di responsabilità per limitare al massimo questi costosi enti in larga misura unicamente funzionali ai componenti dei consigli di amministrazione e, ancora di più, alla politica che li ha designati. L’accorpamento delle province e la chiara individuazione delle funzioni hanno come fondamentale presupposto, la soppressione e il riordino di molti enti intermedi, di fatto, troppo costosi e in larga misura non  indispensabili né tanto meno strategici per i territori”.
 

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