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Referendum trivelle, focus della Cisl: "Astenetevi dal voto"

All’iniziativa, svolta all’Hotel Cube Ravenna, hanno partecipato un centinaio di delegati e sindacalisti: i lavori della giornata sono stati conclusi da Angelo Colombini, segretario nazionale della Femca Cisl

Il tema dell'estrazioni offshore è stato al centro giovedì mattina di un seminario organizzato dalla Femca Cisl Romagna e dalla Cisl Romagna in merito al referendum di domenica prossima. All’iniziativa, svolta all’Hotel Cube  Ravenna, hanno partecipato un centinaio di delegati e sindacalisti: i lavori della giornata sono stati conclusi da Angelo Colombini, segretario nazionale della Femca Cisl, molto attivo sul tema referendario e sempre in prima linea per la gestione dell’intera vertenza Eni .

La Femca e la Cisl "ritengono assolutamente sbagliati e forvianti sia i toni che le informazioni che vengono utilizzate dai sostenitori del referendum, condizione che genera solo confusione e che insinua nell’opinione pubblica l’idea che tramite la partecipazione al voto si esprima una sensibilità alla tutela ambientale e all’incremento delle energie rinnovabili. "Il quesito referendario nulla ha a che vedere con questi importanti temi, si rischia invece di generare posizioni ideologiche e radicali di scontro e demonizzazione che vanno contro il buonsenso e contro qualsiasi attività energetica e industriale sostenendo le tesi della “decrescita felice” che invece di felice a nostro avviso hanno ben poco".

Per il sindacato, "si sta giocando con la buona fede delle persone, ed è per questo che riteniamo che il referendum non sia lo strumento giusto per ribadire i concetti di sensibilità ambientale e di contrarietà ad attività inquinanti in mare nelle coste e nei territori, concetti cari anche alla Femca e alla Cisl. Non è con il referendum che si tutela il mare e l’ambiente.Sono in ballo molti posti di lavoro, più di 3000 addetti diretti solo nel territorio Ravennate e più di 146 mila tra diretti e indotto in tutta la Regione Emilia Romagna, numeri importanti che danno la dimensione del problema occupazionale che potrebbe scaturire di fronte all’affermazione del blocco di tute le attività offshore proposto dal  quesito referendario".

"A Ravenna - viene ricordato - si estrae solo gas metano, il metano è stato riconosciuto dalla conferenza sul clima di Parigi l’unica fonte di energia compatibile con l’abbassamento della produzione di CO2 in grado di centrare gli obiettivi del protocollo di Kioto, l’Italia per questo è fra i primi paesi utilizzatori ed è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di riduzione fissati dai protocolli internazionali. Abbandonare tutto questo non sarebbe saggio.  Purtroppo il nostro paese importa circa l’80% del gas da Russia e da paesi ad alta instabilità geopolitica e rischio di fondamentalismo islamico, il gas metano dell’Adriatico aiuta a diminuire questa dipendenza, diversamente se si affermasse il quesito referendario si aumenterebbe l’inquinamento prodotto dagli spostamenti navali che hanno un maggior rischio potenziale".

"La legge già prevede la possibilità di ricerca e esplorazione di gas metano soltanto oltre le 12 miglia marine, il referendum in questo senso non avrà alcun effetto perché riguarderà solo un quesito molto tecnico sul rinnovo delle concessioni già in essere, indipendentemente dal fatto che il giacimento sia o meno esaurito - viene rimarcato -. Le nostre piattaforme applicano le migliori norme di sicurezza degli impianti e di tutela ambientale non inquinano, sono attive fin dagli anni 60 e non hanno mai registrato incidenti o problematiche particolari, anzi rappresentano un rifugio per il ripopolamento delle specie ittiche unica oasi contro la pesca intensiva e industriale condotta nei nostri mari da flotte straniere. Questo referendum è stato voluto da 11 presidenti di Regione, molti dei quali non hanno nessuna attività estrattiva, fin dalla sua nascita quindi ha assunto la connotazione di una lotta politica, utilizzato come strumento per contrasto al governo e non come reale esigenza di richiesta popolare su un tema realmente sentito". Femca Cisl ha ribadito la ferma contrarietà a questo referendum e invita tutti i cittadini e i lavoratori all'astensione dal voto, condizione prevista e legittima rispetto alla costituzione che sui quesiti referendari non prevede la condizione di diritto dovere come invece prevista nelle normali consultazioni elettorali.  

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