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Scuole e spending review, la Cgil: "Per gli assistenti nessuna speranza di lavoro"

A livello nazionale saranno circa 5.000 i precari Ata licenziati per effetto dei provvedimenti e a Ravenna coloro che sono ai primi posti della graduatorie dovranno accontentarsi di qualche supplenza

Il Decreto Legge 95 del 6 luglio scorso, “disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”, secondo la Flc Cgil della provincia di Ravenna “non riqualifica affatto la spesa pubblica e non garantisce alcuno sviluppo economico al nostro Paese. In perfetta continuità con l’operato del precedente governo, l’esecutivo dei “professori” sta meschinamente infierendo con tagli lineari sui diritti universali e costituzionalmente garantiti quali la sanità, l’istruzione, la ricerca, evitando vigliaccamente di intervenire sui veri sprechi, sui privilegi e sulle rendite di posizione. Sulla scuola statale, già fortemente debilitata dagli interventi Gelmini/Tremonti, si abbatte la scure che la priva di altri 360 milioni di risorse che, nel 2015, arriveranno a mezzo miliardo di euro”.

“Con puri calcoli ragionieristici e senza tenere in alcun conto la qualità specifica dell’insegnamento, tutti potranno insegnare tutto purché in possesso di un titolo di studio; l’abilitazione specifica diventa quindi carta straccia. Uno scempio senza precedenti” dichiara Valeria Monti, segretaria generale Flc Cgil Ravenna. Gli insegnanti in esubero potranno essere utilizzati indiscriminatamente su qualsiasi insegnamento e per qualsiasi durata, comprese le supplenze brevi in ambito provinciale e potranno inoltre essere utilizzati, ma solo se già in possesso del titolo di specializzazione o sulla base del percorso di riconversione che il Miur si è affrettato a bandire, anche sui posti di sostegno.

“A livello nazionale saranno circa 10.000 i docenti in esubero, con conseguente licenziamento di altrettanti docenti precari i quali in questi anni hanno garantito la funzionalità e la qualità della scuola statale. A Ravenna – riferisce la dirigente sindacale - stimiamo che questo fenomeno possa riguardare circa 50 docenti. Ma non finisce qui, con un provvedimento indegno e, a nostro parere illegittimo, si prevede l’inquadramento coatto nei ruoli degli assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici del personale docente inidoneo per motivi di salute (spesso provocati da cause di servizio) e dei docenti di laboratorio, forzosamente transitati nel 2000 dagli enti locali allo Stato. I docenti interessati saranno utilizzati come “tappabuchi”, al posto del personale Ata precario il quale verrà licenziato, con grave danno per la funzionalità dei servizi. Le segreterie scolastiche, già oppresse da continue molestie burocratiche si vedranno private di quelle professionalità che in questi anni hanno consentito loro di sopravvivere”.

A livello nazionale saranno circa 5.000 i precari Ata licenziati per effetto dei provvedimenti e a Ravenna, nella migliore delle ipotesi, coloro che sono ai primi posti della graduatorie dovranno accontentarsi di qualche supplenza breve in corso d’anno perché, non soltanto verranno azzerate le immissioni in ruolo nei profili professionali di assistenti amministrativi e tecnici, ma saranno annullate anche le supplenze al 30 giugno. Non mancheranno di conseguenza, ripercussioni anche sul profilo dei collaboratori scolastici. Anche l’Università e la Ricerca non hanno miglior sorte: tra tagli alle risorse e blocco del turnover, per i tantissimi precari che lavorano da anni in progetti di ricerca internazionali, si prepara una espulsione di massa.

Nei giorni scorsi è stato convocato d'urgenza il Comitato direttivo della Flc Cgil di Ravenna che ha espresso grande preoccupazione per i disastrosi effetti di questa ennesima manovra che si configura come un feroce attacco ai diritti contrattuali dei lavoratori e un passo decisivo verso la definitiva distruzione della scuola, dell’università e della ricerca pubblica: “Crediamo sia giunto il momento di dire basta. Basta alla cancellazione dei diritti del lavoratori e del contratto collettivo nazionale; basta all’utilizzo indiscriminato dei lavoratori su qualsiasi tipologia di attività; basta alle classi sempre più numerose; basta alla costituzione di classi nelle quali si concentrano, ormai in maniera generalizzata, tante problematicità, senza che siano contestualmente fornite le risorse per darvi adeguata risposta; basta alle attività aggiuntive, in particolare di natura organizzativa, senza che queste nemmeno vengano retribuite”.

“Su mandato del Comitato direttivo – spiega la Monti - oltre a partecipare alle mobilitazioni nazionali già indette per i prossimi giorni, stiamo organizzando iniziative di sensibilizzare dell'opinione pubblica e abbiamo in agenda, fin dai prossimi giorni, incontri con i rappresentanti politici e gli amministratori locali. Continueremo a lavorare perchè diventi sentimento condiviso che la scuola è lo strumento che permette di promuovere i valori di cittadinanza e coesione sociale e che la formazione e la ricerca sono alla base dell’economia di uno Stato. Un esecutivo arrogante e miope - conclude Valeria Monti – umilia scuola e lavoratori della scuola e, anziché riparare alle nefandezze commesse dal precedente governo e restituire risorse, dignità e qualità alla scuola pubblica, affonda lame affilatissime su tutti i settori della conoscenza, già gravemente feriti. La Flc Cgil di Ravenna non lascerà nulla di intentato e promuoverà una grande risposta di lotta per salvare lavoro, Scuola Pubblica e rovesciare la politica economica di un governo che sta conducendo il paese ad una spaventosa regressione civile e sociale”.

 

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