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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Bonaccini alla Festa dell'Unità: "Disponibile a dialogare coi 5 stelle, ma prima serve un nuovo centrosinistra"

Un centro-sinistra più largo, ma anche un dialogo col Movimento 5 stelle. E' quanto ha annunciato il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, intervenendo alla Festa Nazionale dell'Unità a Ravenna

Un centro-sinistra più largo, ma anche un dialogo col Movimento 5 stelle. E' quanto ha annunciato il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, intervenendo alla Festa Nazionale dell'Unità a Ravenna nel dibattito "Le città e i territori per la crescita e la coesione delle comunità”, insieme al sindaco di Ravenna Michele de Pascale, a quello di Napoli Luigi De Magistris, a quello di Milano Beppe Sala e a Roberto Morassut, responsabile enti locali Pd.

De Pascale ha spiegato quanto la Festa del’Unità di Ravenna  faccia parte del tessuto civico: “Ravenna è il secondo Comune più grande d’Italia, dove sussistono elementi strategici per l’intero Paese. Pensiamo all’agroalimentare in Emilia – ha sottolineato – se non ci fosse il porto di Ravenna questo non potrebbe essere un’eccellenza. I tasselli vanno uniti e la competitività è importante. Mettere insieme le tante eccellenze in Italia è fondamentale, in una logica di sistema, come nella realtà romagnola. L’esperienza di Ravenna è quella di una città che ha l’ambizione di far parte di un disegno complessivo”.

Bonaccini si è invece soffermato a parlare delle responsabilità delle Regioni. “Siamo la prima Regione per export pro capite e mi dispiacerebbe se fosse divisa in due”, ha detto parlando dell’Emilia Romagna. “Noi non abbiamo fatto il referendum ma sarebbe stato naturale che vincesse il sì, se l’avessimo fatto avremmo perso la nostra peculiarità. Siamo tra le maggiori regioni manifatturiere ed anche la promozione del turismo all’estero è fondamentale ed è importante mantenere un livello alto. L’autonomia che chiediamo è taglio delle burocrazie, formazioni professionali adeguate. Le 4 università dell’Emilia ad esempio, la Regione e le scuole si possono mettere insieme per creare proposte comuni e migliorare il servizio, e possono farlo, senza chiedere neanche un soldo a Roma. Il terremoto è l’esempio più lampante di quanto l’autonomia possa funzionare: il nostro è stato il primo terremoto industriale in Italia e il più importante. Dopo 7 anni abbiamo ricostruito quasi tutte le imprese e il Presidente Mattarella ha definito la nostra ricostruzione esemplare”.

Poi, rispondendo alla domanda del moderatore Paolo Giacomin sul Governo, apre al governo giallorosso: "Dal punto di vista Nazionale, spero che parta l'esperienza di governo perchè ne abbiamo bisogno, ha dei rischi ma è l'unica cosa in questo momento che possiamo e dobbiamo fare. Se partirà questa esperienza, spero si possa verificare in modo positivo anche nei territori, anche in Emilia-Romagna". Poi specifica: "In Emilia Romagna serve, ancor prima che il dialogo col Movimento 5 stelle - che come ho detto sono sempre disposto a fare attorno a un tavolo - un nuovo centrosinistra. Dobbiamo allargare a quella parte moderata che non ci ha mai votato, ma che non vuole condannarsi a Salvini e alla Lega, e a quelle forze civiche che se non vogliono stare con la Lega devono diventare nostri interlocutori ideali".

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