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Volley, Cmc Ravenna e il trasferimento a Forlì: "Il pubblico non ci ha lasciato"

"Un anno fa costruivamo squadra e pubblico, oggi secondo me abbiamo trovato un assetto stabile in entrambe le direzioni", afferma il direttore generale della Cmc Ravenna, Giuseppe Cormio

Antivigilia del ritorno in Europa per il volley ravennate, che grazie alla Cmc sarà di scena sul palcoscenico continentale mercoledì prossimo alle ore 20 locali (le 19 in Italia) a Tartu contro gli estoni del Bigbank per i sedicesimi di finale di Challenge Cup. Nonostante le tre sconfitte consecutive rimediate, da pronostico e senza Renan, contro Trento, Perugia e Modena, il barometro della Cmc segna comunque bel tempo perchè l'obiettivo di raggiungere i quarti di finale di Coppa Italia conquistando uno dei primi otto posti al termine del girone di andata di Superlega è certamente alla portata e, nonostante il trasferimento delle gare casalinghe a Forlì, i veri appassionati hanno seguito e sostenuto la squadra finora. Ecco, a proposito, l'opinione del direttore generale, Giuseppe Cormio.

Come cambiano gli scenari della Superlega dopo tre sconfitte consecutive?
“Non ci siamo esaltati per un avvio di campionato sopra le righe e non ci abbattiamo ora per le tre sconfitte consecutive registrate a novembre. Senza alibi andiamo dritti verso la nostra meta cercando di far tesoro delle tante indicazioni emerse e confermate gara dopo gara. Iniziamo da quelle negative: facciamo fatica ad interpretare bene la fase di avvio di ogni gara. E’ accaduto quasi sempre. Abbiamo un avvio lento ed un atteggiamento che non ci consente di esprimerci al meglio".

Cosa è mancato contro tre avversari comunque palesemente superiori?
"Dobbiamo trovare la forza di chiudere quei set che possono cambiare il senso di un match; nelle ultime tre partite abbiamo avuto tante occasioni per accorciare le distanze ma le abbiamo sciupate in vari modi. Non basta dire che siamo stati sfortunati…la fortuna bisogna cercarla cominciando ad evitare errori gratuiti e mostrandosi 'sportivamente agguerriti' con avversari, pubblico, arbitri, ma soprattutto con il pallone. Note positive vengono dal gioco, che a mio avviso mostra una coerenza anche con la diagonale palleggiatore opposto cambiata, e dalla crescita di alcuni giovanissimi. Quindi impossibile non parlare dell’ottimo rapporto di spogliatoio e del lavoro di Kantor, Lucchi e Patriarca. Noi dobbiamo ritagliarci uno spazio da protagonisti in questa Superlega, lasciare nello spogliatoio la carta di identità ed il curriculum. Solo così guadagneremo il rispetto che meritiamo, solo così qualche decisione penalizzante nei momenti topici sparirà”.

A proposito del pubblico, qual è il primo bilancio dopo il trasferimento a Forlì?
“Anche in questo senso vedo note positive: il nostro pubblico, il suo affetto incondizionato, la fiducia espressa. Un anno fa costruivamo squadra e pubblico, oggi secondo me abbiamo trovato un assetto stabile in entrambe le direzioni. Abbiamo 'fatto squadra' e questo è quello che conta. Adesso arriva il temutissimo mese di dicembre che ci fornirà un responso sulle nostre ambizioni in Coppa e Campionato. Un calendario piu 'umano' ci dirà se possiamo realmente ambire ai play-off e se agli obiettivi di inizio anno possiamo aggiungere anche la qualificazione in Coppa Italia. Io ho dichiarato che possiamo arrivare a 20/21 punti al termine del girone di andata e ci credo fermamente. I ragazzi ci credono e ci crede il nostro pubblico che non ci ha mai lasciati soli. Siamo riusciti a 'fare squadra' anche con loro, adesso è il momento di tornare protagonisti in SuperLega. Senza alibi, come dicevo prima”.

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