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Calcio, impresa non riuscita al Benelli: il Ravenna retrocede in serie D

Il presidente Brunelli: "Giocarsi otto anni di buon lavoro in appena 180 minuti è una soluzione che nulla ha a che vedere con il merito sportivo e l’equità"

Con profonda tristezza, il Ravenna Football Club saluta la serie C al termine di una stagione a dir poco surreale. La tristezza si somma al rammarico per una sfida che vista la rosa allestita poteva avere bene altro esito. Anche nella gara di ritorno, infatti, il Ravenna è crollato in casa, allo stadio Benelli, contro il Fano.

Il match era fondamentale, essendo valevole per il ritorno dei playout di serie C 2019-2020. Non è bastato l'addio all'allenatore Foschi, sostituito per la preparazione alla gara di martedì dal tecnico degli Allievi nazionali Claudio Treggia: i giallorossi, che nella gara di andata avevano già incassano due gol, hanno subito un'altra rete di Carpani, retrocedendo così in serie D a tre anni dall'ultima volta.

Ravenna-Fano playout (foto di Massimo Argnani)

Il gol al 33' del primo tempo: ripartenza di Barbuti che galoppa fino a servire in mezzo Carpani, che non ci ha pensato due volte a freddare Cincilla. Nella ripresa il Ravenna si è fatto pericoloso solo nei minuti finali: all'82' con una botta su punizione dai 30 metri di Giovinco e tre giri di lancette più tardi con un colpo di testa di Mokulu, respinto dall'estremo difensore Viscovo.

Il commento

Il presidente Brunelli ha così commentato a fine match: “La situazione era compromessa da sabato e devo dare credito all’allenatore Claudio Treggia che in poche ore ha saputo dare alla squadra la mentalità giusta per provarci. Stavamo disputando un buon primo tempo, ma l’ennesima disattenzione difensiva ha reso l’impresa impossibile. Questa giornata è lo specchio di tutta una stagione nata non nel migliore dei modi”.

Il Ravenna Fc coglie l’occasione per ringraziare tutti, "dai tifosi a tutte le componenti istituzionali della città per il sostegno accordatoci ma anche per le critiche costruttive che sempre costituiscono spunti di crescita. I prossimi giorni saranno dedicati a una riflessione approfondita sugli eventi degli ultimi mesi. È però indubbio e anche doveroso ammettere che sono stati commessi degli errori - continua Brunelli - Nessuna componente di questa società può esimersi dal riconoscere una specifica responsabilità per un esito tanto negativo. Ma fare errori, in un mondo competitivo e spesso deregolato come quello del calcio, fa parte della quotidianità. Ne abbiamo commessi anche in passato, la differenza è che in passato ci era stata data la possibilità di rimediarli sul campo. In questa stagione unica e priva di logica, ogni sbaglio è stato pagato con gli interessi. E soprattutto non abbiamo potuto provare sul campo che meritavamo questa categoria. Si deve anche riconoscere che giocarsi otto anni di buon lavoro in appena 180 minuti è una soluzione che nulla ha a che vedere con il merito sportivo e l’equità".

"Ma non vuole essere questo un alibi per la nostra gestione, solo una constatazione di fatto - insiste il presidente - La nostra posizione contraria e critica nei confronti della soluzione playout adottata dalla Figc rimane tale e sarebbe rimasta tale anche se a retrocedere fossero stati i nostri avversari. In conclusione, con la serenità che anima chi sente di aver comunque lavorato duramente, pensiamo che questa retrocessione non dovrà essere vissuta come una tragedia sportiva, in un anno in cui la parola “tragedia” va utilizzata con molta cautela e rispetto. Si tratta, più realisticamente, di un incidente di percorso che non vanificherà il patrimonio umano e sportivo accumulato fino ad oggi. A questo proposito nei prossimi giorni verrà convocato il Consiglio di amministrazione per trarre conclusioni più approfondite riguardo la gestione di questa stagione sciagurata, oltre che per iniziare a disegnare i nuovi obiettivi con l’entusiasmo e la passione che sempre ci hanno contraddistinto".

Fotoservizio di Massimo Argnani

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