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Cronaca

"Casa bordello", scatta il quarto arresto: in manette un 25enne

Nel tardo pomeriggio di venerdì gli inquirenti, in collaborazione con gli agenti del Commissariato di Polizia di Faenza, hanno arrestato un ravennate di venticinque anni

Quarto arresto nell'ambito dell'indagine antiprostituzione della Squadra Mobile di Ravenna che nei giorni scorsi aveva portato alle manette un 38enne catanese, e di due dominicane, madre e figlia, rispettivamente di 42 e 24 anni. Nel tardo pomeriggio di venerdì gli inquirenti, in collaborazione con gli agenti del Commissariato di Polizia di Faenza, hanno arrestato un ravennate di venticinque anni, in esecuzione
della misura cautelare emessa dal GIP di Ravenna.

L’uomo e’ stato trovato ua abitazione e, dopo essere stato fotosegnalato dalla Polizia scientifica, tradotto in carcere, a disposizione dell’Autorità giudiziaria. L'indagine era partita circa tre mesi dalla dettagliata denuncia di una prostituta e di un trans al Commissariato di Faenza.I due avevano riferito che per prostituirsi nella casa del siciliano avevano dovuto pagare cifre tra i 70 euro al giorno e i 500 euro alla settimana. Le verifiche degli investigatori erano partite dai clienti, spesso agganciati tramite annunci espliciti pubblicati su internet o su riveste di incontri.

Quando gli agenti della squadra Mobile, fingendosi clienti, sabato scorso si sono presentati al suo appartamento di Ravenna, sull'ingresso hanno trovato ad accogliergli, oltre a una giovane dominicana in biancheria intima e tacco 12, anche un cartello di quelli che venivano affissi nei bordelli prima della legge Merlin. C'era scritto: "Avviso della casa di tolleranza: è vietato molestare le signorine prima di avere pagato la marchetta".

Oltre alle tre dominicane identificate nell'appartamento ravennate, secondo gli inquirenti il giro aveva tirato dentro anche prostitute e trans brasiliani per un totale di una decina di persone. La loro sistemazione variava a seconda del periodo: in estate veniva privilegiato l'appartamento romagnolo, in inverno quello umbro. Per la 24enne e il siciliano - la prima nel carcere di Forlì, l'altro in quello di Ravenna - lunedì c'é stata l'udienza di convalida: si sono entrambi avvalsi della facoltà di non rispondere.

Per la madre, detenuta a Terni, l'udienza è stata fissata per martedì mattina. Sul catanese, che si trovava con obbligo di dimora, pende una condanna confermata in appello a sette anni e quattro mesi di carcere per una violenta rapina commessa in un appartamento di Lido di Savio, sul litorale ravennate, assieme a due complici la notte del 16 aprile 2010 ai danni di due prostitute brasiliane e del loro cliente ravennate. Giusto il giorno prima del fermo, il suo legale, l'avvocato Luca Berger, aveva presentato ricorso in Cassazione.

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