Ravenna non rinuncia alle estrazioni del gas: referendum affossato dagli elettori

Quorum del referendum molto lontano anche nella provincia di Ravenna. In una domenica di caldo quasi estivo, gli elettori hanno disertato le urne, impedendo così il raggiungimento della soglia del 50% + 1 dei votanti. Non passa quindi l’abrogazione della legge sulle cosiddette “trivelle”, più esattamente l’articolo della Legge di Stabilità che proroga lo sfruttamento dei giacimenti di gas e metano entro le 12 miglia marittime dalla costa fino al loro naturale esaurimento. La vittoria dei ‘sì’ invece avrebbe bloccato le estrazioni da questi pozzi già attivi al termine delle concessioni.

Si è votato dalle 7 fino alle 23. Alle ore 12 a livello nazionale avevano votato l’8,35% degli aventi diritto a livello nazionale. Praticamente stesso dato in provincia di Ravenna: 8,20%. Alla rilevazione delle 19 avevano votato in Italia il 23,5% (vale a dire meno della metà degli elettori necessari per dare validità al risultato del referendum). In provincia di Ravenna l’analogo dato è stato del 21,21%, addirittura sotto la media nazionale.  Nel comune di Ravenna alle 19 avevano votato il 19,68%, dei votanti, vale meno di un elettore su 5. Ha quindi inciso probabilmente sulla scelta di non recarsi ai seggi la consapevolezza che le estrazioni offshore sono uno degli assi portanti dell’economia cittadina.

Alla chiusura dei seggi nella provincia di Ravenna l’affluenza si è fermata al 28,58%,due punti percentuali in meno sotto la media nazionale (31,18%), non permettendo – neanche a livello locale – il raggiungimento del quorum. Ancora più vistosamente bassa l'affluenza alle urne nella città di Ravenna: qui si sono recati a votare il 26,60% degli elettori (contro il 30-35% degli altri capoluoghi romagnoli, per fare dei confronti "in casa").

Nella serata di domenica è stato effettuato lo spoglio delle schede, per vedere i risultati di ‘sì’ e ‘no’, ed anche nello spoglio Ravenna si è mostrata più fredda verso le tesi che constrastavano le estrazioni off-shore: il fronte del "no", con circa la metà delle sezioni scrutinate è arrivato a al 29,4% (dato definitivo), contro il 20% circa delle province romagnole, il 'sì' si è assestato sul 70,6%. A Ravenna il dato di controtendenza è ancora più spiccato: il "no" è volato fino al 33,67% (più del doppio del 'no' a livello nazionale) e il "sì" al 66,33%. In termini assoluti le schede per i 'sì' in città sono state 20.718 e quelle per il 'no' 10.516. Facendo una rielaborazione sui dati, in sostanza, solo il 17% del corpo elettorale ravennate ha scelto di esprimere la sua esplicità contrarietà alle trivellazioni, contro il 27% della media italiana.

LE REAZIONI - Soddisfatto il vicesindaco Giannantonio Mingozzi: "Ravenna in particolare  ha dimostrato di aver capito l’importanza delle nostre imprese ed ora dobbiamo continuare a sostenere il comparto dell’energia e dell’oil&gas  che esprime tecnologie e professionalità all’avanguardia in tutto il mondo. Appuntamenti quali Omc e Rem,  novità come la laurea in tecnico dell’off-shore, tutte le occasioni di incontro, di proposte innovative e di sperimentazione di nuove tecnologie che fanno convergere su Ravenna interesse e presenze da tutto il mondo vanno rafforzati e condivisi per quanto concerne i servizi offerti dalla città e il grado di ospitalità che dobbiamo dimostrare. Mi auguro infine che continueranno gli incontri promossi dal Roca affinchè sia possibile seguire l’evoluzione del settore,  le attività dei contrattisti, la manutenzione delle piattaforme e tutto ciò che concerne il rapporto con Eni ed ogni sviluppo occupazionale.  Per parte mia ritengo che tutti questi argomenti vadano sviluppati con la massima considerazione nell’ambito della campagna elettorale per le amministrative di Ravenna affinchè sia chiaro chi li condivide e chi li avversa".