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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Errani prepara la difesa. Pronto per l'incontro col magistrato

Lunedì il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errrani, deve decidere come e quando spiegare le cose alla pm Antonella Scandellari

Dopo un fine settimana di pausa  per riflettere, lunedì il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errrani, deve decidere come e quando spiegare le cose alla pm Antonella Scandellari, che con il procuratore capo Roberto Alfonso ha firmato il fine indagini. Potrà  presentarsi direttamente o affidarsi a una nuova memoria scritta, in cui dare nuovi dettagli. Errani è accusato di aver favorito il fratello Giovanni, all'epoca titolare della coop agricola Terremerse e che ottenne un finanziamento di un milione per una cantina a Imola - per chiarire la propria posizione.

Ha intenzione di dare la sua versione al magistrato anche Filomena Terzini, dirigente dell'ufficio Affari istituzionali e legislativi della Regione, alla quale, come ad Errani e insieme a Valtiero Mazzotti, dirigente del settore Agricoltura, è stato notificato un avviso di fine indagini per falsità ideologica in atti pubblici, oltre che per favoreggiamento personale: reato non contestato al Governatore, in quanto parente. La linea difensiva sembra quella di dimostrare che la relazione inviata in Procura, secondo i pm scritta su istigazione di Errani e contenente indicazioni non vere che ostacolavano le indagini, fu stilata senza essere a conoscenza di alcuni elementi importanti.

Al centro c'é, appunto, la procedura con cui Giovanni Errani nel 2005 chiese e ottenne il finanziamento, dichiarando che i lavori per la struttura vinicola erano completati entro il termine, requisito fondamentale per le risorse, quando invece non lo erano. Per questo lui e altri due responsabili della coop e un funzionario della Regione sono accusati di truffa aggravata ai danni di ente pubblico (la stessa Regione). La relazione depositata in Procura per dimostrare la correttezza dell'amministrazione sarebbe stata sì sbagliata, ma in buona fede. Nello scritto Errani e Terzini facevano riferimento a una "variante" al progetto che il Comune di Imola concesse il 13 maggio 2006, mentre in realtà si trattava di un nuovo permesso. Questo, però, fu appurato in seguito alla memoria, perché gli elementi non erano a conoscenza della Regione, ma solo del Comune di Imola.

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