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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

La Finanza smaschera lo scontrino “tarocco”

Questa volta non si tratta di una mancata emissione dello scontrino fiscale, ma dell'emissione di uno scontrino, che di fiscale ha gran poco

Questa volta non si tratta di una mancata emissione dello scontrino fiscale, ma dell’emissione di uno scontrino, che di fiscale ha gran poco. I militari della Guardia di Finanza di Ravenna, durante uno dei controlli di routine, hanno smascherato lo scontrino “tarocco”.  Ad essere tratta in inganno è una famiglia che, dopo aver mangiato una pizza in un ristorante nei pressi di Ravenna, che ha appreso dai finanzieri che il pezzettino di carta ricevuto non valeva come scontrino fiscale.

Si trattava, invece, di una mera attestazione dell’avvenuta consumazione poiché non riportava il “logotipo fiscale”, elemento essenziale ed obbligatorio per la corretta certificazione dei corrispettivi ai sensi di legge. Questo può certamente servire da monito per tutti i cittadini che, soprattutto in questo momento storico, sono molto attenti  al rispetto della normativa fiscale.

Non tutti, d’altronde, conoscono gli obblighi di legge o sono cosi attenti alle peculiarità ed alle formalità previste, quindi facilmente ingannabili attraverso il normale ricevimento di un documento che talvolta “assomiglia” allo scontrino. Lo scontrino e la ricevuta fiscale possono essere alternativi tra loro, sono normalmente emessi nei confronti dei clienti consumatori finali, non titolari di partita Iva. Bar, ristoranti, alimentari, mercati ambulanti  negozi ed in generale i commercianti al minuto (dallo scorso 5 settembre anche dagli stabilimenti balneari) e coloro che effettuano prestazione di servizi (parrucchieri, idraulici, eccetera) hanno l’obbligo di certificare i corrispettivi con il documento fiscale.  

Il “pezzetto di carta” che viene consegnato al cliente è contraddistinto dal logotipo fiscale (simbolo “MF” seguito da cifre/lettere identificativo del misuratore fiscale come quello riportato nella foto) solitamente riportato nella parte inferiore dello scontrino. La ricevuta è  invece compilata a mano o elettronicamente in doppia copia, su un bollettino madre/figlia (una copia per il cliente, l’altra per l’esercente), con data e numerazione progressiva. Non bisogna fare confusione con lo scontrino “non fiscale”, che correttamente emettono alcuni esercizi commerciali ai sensi dell'art. 1 comma 429 L. 311/2004.

In tal senso, infatti, le imprese che operano nel settore della grande distribuzione possono trasmettere telematicamente all'Agenzia delle entrate, distintamente per ciascun punto vendita, l'ammontare complessivo dei corrispettivi giornalieri delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi di cui agli articoli 2 e 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni.

L’intento è quello di richiamare i cittadini, affinché la ricevuta fiscale o lo scontrino vengano sollecitati ad ogni pagamento, visto che a volte i contribuenti rinunciano a richiederla per timidezza, timore o per semplice ignoranza delle norme. Le Fiamme Gialle comunque, continueranno a monitorare costantemente il rispetto delle norme e ad intervenire ad ogni segnalazione da parte dei cittadini. Dunque, occhio allo scontrino.

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