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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Lido Adriano, la macchia mediterranea abbandonata a sè stessa

Lido Adriano assurge spesso agli onori della cronaca per fatti negativi e mai per il suo fascino sprigionato dalle bellezze naturali che, se fossero valorizzate, creerebbe invidia da parte delle più blasonate località turistiche.

Lido Adriano assurge spesso agli onori della cronaca per fatti negativi e mai per il suo fascino sprigionato dalle bellezze naturali che, se fossero valorizzate, creerebbe invidia da parte delle più blasonate località turistiche.

A nord della località, nel tratto da Viale Metastasio al bagno Alessandra, una enorme distesa di spiaggia libera con una retrostante macchia Mediterranea. Percorsa a ovest da una magnifica ciclopedonale (anch'essa priva di periodica manutenzione). Dovrebbe essere il fiore all'occhiello, non solo di Lido Adriano ma, della stessa Ravenna. Il condizionale è d'obbligo poiché l'intera area, se fosse fatta la dovuta manutenzione e curata come lo sono i parchi di tutte le altre città del mondo, farebbe da cornice a quel complesso di opere con cui Ravenna si sta avvicinando a diventare la capitale europea della cultura.

La stessa Proloco, nel 2013, suggeriva di accedere ai fondi europei con progetti che prevedano di far diventare l'intera zona un giardino botanico con passerelle per la visita alla macchia mediterranea, creare all'interno del parco delle piccole aree pic nic, prolungare la pista ciclopedonale fino a ricongiungerla con quella di Via della Fontana di Punta Marina Terme. Nulla di tutto ciò, questo immenso patrimonio è in uno stato di completo abbandono.

Tutti i sentieri per muoversi all'interno del suo verde, un tempo meta per passeggiate distensive con bambini al seguito, sono ostruiti da rovi infestanti. Rifiuti sparsi di ogni genere sono un pessimo biglietto da visita per i turisti, specialmente quelli che si recano in spiaggia. Alcuni accessi alla spiaggia sono off limits per le persone in età avanzata e i portatori di disabilità, a causa dell'erosione marina che ha creato dei veri dirupi alla fine degli stradelli. Questi luoghi incantevoli, inaccessibili alla cittadinanza e al turista, diventano facili prede di extracomunitari e sbandati senza fissa dimora che bivaccano indisturbati e lasciano sul posto rifiuti di ogni genere. Una serie di inadempienze, come documentano le foto, danno contezza di quanta poca attenzione l'amministrazione ha per ambienti del genere: dalla mancanza di un adeguato numero di contenitori per rifiuti tipici dei parchi, all'assenza di panchine per la sosta; dalla scarsa manutenzione alle alberature rinsecchite e zone cespugliose, a quella del sottobosco soffocante per lo sviluppo di nuove piantine messe a dimora.

Insomma, che senso ha per un turista vedere dall'alto dell'appartamento ove soggiorna una immensa distesa di verde e poi non poterne fruire? Non si può certo dire che chi governa la città abbia a cuore le sorti del patrimonio verde di cui è ricco il territorio. Siamo alle solite, si crea società ad hoc alla quale si affidano i lavori di gestione e manutenzione, si sperperano soldi dei contribuenti, ma i controlli sull'operato chi li fa? Diventare capitale della cultura non significa solo far vedere quanti monumenti ha Ravenna, ma anche l'altro polo di eccellenze che la costa esprime e che si nasconde sotto il tappeto per non fare emergere incuria e negligenza.

Si smetta di guardare solo a quello che appare davanti alla punta del naso e si dimostri con i fatti di avere interesse, amore e cura verso i tanti siti pregevoli dal punto di vista ambientale. Sono questi gli obiettivi da raggiungere, se veramente si vuole contendere il primato alle altre candidate e sostenere di essere la più bella del reame.

Pasquale Minichini
Capogruppo di Lista per Ravenna
Consiglio territoriale del mare

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