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Cronaca

Referendum per la moschea? Il Comune: "Troppo tardi"

In data 25 giugno 2010 Lista per Ravenna presentò al sindaco, sulla moschea alle Bassette una proposta di referendum. Poi la richiesta si “impantanata” in una serie di lungaggini burocratiche

In data 25 giugno 2010 Lista per Ravenna presentò al sindaco, sulla moschea alle Bassette una proposta di referendum. Poi la richiesta si “impantanata” in una serie di lungaggini burocratiche, tanto che la risposta è arrivata solo dopo oltre due anni. A renderla nota è il capogruppo di LpRa Alvaro Ancisi. La risposta dice in sostanza che la costruzione è ormai irreversibile e il referendum “scaduto”.

Questo il testo: “Nel ritenere che il referendum consultivo abbia la naturale e pacifica vocazione alla consultazione preventiva della popolazione sui temi ammessi, si valuta che l’espletamento della procedura edilizia e la già da tempo iniziata realizzazione dei lavori della moschea, precostituiscono una circostanza oggettivamente irreversibile che inibisce la portata preventiva dello strumento. Pertanto, considerata anche la necessità di costituzione del comitato tecnico per la valutazione di ammissibilità, che prevede anche la presenza di un magistrato, si ritiene, nel rispetto del principio di economicità degli atti della pubblica amministrazione, non più esercitatile ad oggi la richiesta referendaria, causa le sopravvenute circostanze di fatto (il rilascio dei permessi a costruire e la realizzazione di parte della moschea oggetto della richiesta di consultazione referendaria). Si rappresenta con ciò la considerazione di ritenere concluso il procedimento”.

Una risposta che non va giù ad Ancisi: “Appare chiara, dal comportamento dilatorio, la volontà politica dell’amministrazione comunale di non consentire ai cittadini di esprimere il loro giudizio su un tema così sentito e discusso, rispetto al quale non erano stati consultati e neppure informati quando era stata approvata la variante urbanistica che consentiva di insediare nell’area artigianale/industriale Bassette un edificio di culto, altrimenti vietato. In questi casi, la legge impone che la proposta sia pubblicata e sottoposta alle osservazioni dei cittadini per 60 giorni, con l’obbligo che il consiglio comunale le esamini e valuti una per una. E questo non è avvenuto. Con l’affossamento definitivo del referendum si è compiuto il sopruso. Hanno deciso tutto alle spalle dei cittadini”.

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