Religione a scuola, "Non è solo l'ora dei cattolici: un'opportunità per tutti"
“Il Concordato riconosce – spiegano l’arcivescovo Ghizzoni e don Bonazzi nella lettera – che la cultura religiosa è un valore e non può essere trascurata dalla Scuola che ha proprio il fine di trasmettere e alimentare la cultura in tutte le sue dimensioni”
Il 6 febbraio prossimo scade il termine per le iscrizioni alle scuole statali della provincia, e con esso, anche l’opportunità di avvalersi o meno dell’Insegnamento della Religione Cattolica (Irc). Con una lettera a tutti i genitori e agli studenti che frequentano le scuole nel territorio della Diocesi di Ravenna-Cervia (che alleghiamo), l’arcivescovo di Ravenna-Cervia monsignor Lorenzo Ghizzoni e il direttore dell’Ufficio Scolastico diocesano don Andrea Bonazzi invitano a fare la scelta dell’ora di religione, come una opzione che è per tutti, non solo per i cattolici.
Una recente indagine, la quarta, sull’insegnamento della Religione cattolica in Italia (“Una disciplina alla prova” di Sergio Cicatelli e Guglielmo Malizia), pubblicata alcuni giorni fa a 30 anni dalla revisione del Concordato, dimostra come l’Irc a livello nazionale, ma anche locale, non è solo l’”ora dei cattolici”, ma un’opportunità culturale e di crescita rivolta a tutti e che in molti colgono, anche professando altre religioni.
Ad esempio oltre il 90% degli insegnanti di religione intervistati nell’indagine nazionale dichiarano di avere in classe anche studenti non cattolici. La percentuale di coloro che frequentano l’Irc e dichiarano di non sentirsi appartenenti a nessuna religione (cosa molto comune tra i nostri giovani anche sul nostro territorio) si attesta tra il 15% e il 30%. Interessante anche il dato che rileva come oltre il 90% degli studenti che frequenta l’ora di religione dice che c’è differenza tra l’Irc e il catechismo fatto in parrocchia.
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