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Cronaca

Installati e mai accesi, da piazza Kennedy scompaiono i nuovi lampioni artistici

Critica Ancisi: "Da allora, però, i nuovi lampioni non sono mai stati accesi. Finché alcuni giorni fa sono stati rimossi di sorpresa, senza alcuna comunicazione"

Sono stati rimossi senza spiegazioni i nuovi lampioni di piazza Kennedy riqualificata, che non sono mai stati funzionanti in quattro mesi. A rilevarlo è Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna. Ancisi ricorda che la “vecchia” illuminazione di piazza Kennedy, composta da due torrette con quattro lampade ciascuna, risale agli anni settanta. A seguito del progetto di riqualificazione della piazza, quattro mesi fa è stata installata la nuova, consistente di 12 lampioni artistici in fusione di alluminio e acciaio, variamente sparsi, di cui 9 montati su pali di 6 metri  e 3 su pali di 4,5 metri, costati rispettivamente 2.400 e 1.950 euro l’uno, in totale 33.489 euro.

Critica Ancisi: “Da allora, però, i nuovi lampioni non sono mai stati accesi. Finché alcuni giorni fa sono stati rimossi di sorpresa, senza alcuna comunicazione. Fortunatamente, delle due quarantennali torrette illuminanti, pur logore per l’età e i mancati tagliandi, sopravvive la metà delle otto lampade, che diffondono un po’ di luce soffusa sulla piazza, che così appare anche più bella. Se ne è avvalso il Fellini per la sua festa di venerdì sera scorsa, che di fatto, alla faccia del Comune, ha inaugurato la piazza “riqualificata” con tanto di dehor e panchine”.

Il progetto esecutivo della nuova piazza Kennedy fu approvato dalla Giunta comunale il 30 aprile 2013, con un cronoprogramma che ne prevedeva l’esecuzione dei lavori entro un anno. Il “tempo totale per la fruibilità dell’opera”, compresi sei mesi per il collaudo, era stato invece fissato in due anni, cioè entro marzo 2015. Conclude Ancisi: “Dopo i noti sciagurati rinvii, scade oggi, domenica 19 marzo, con singolare coincidenza, il termine ultimo dei lavori. Dopodiché il tecnico esterno, Paolo Nobili, designato come collaudatore il 3 marzo scorso, dovrebbe dar corso al suo incarico. Avrà tempo 90 giorni, da quando gli uffici comunali gli avranno consegnato la documentazione tecnica e amministrativa completa. Questo termine potrà essere interrotto e ripartire dall’inizio solo una volta, qualora gli uffici debbano integrare la documentazione”.

Chiede Ancisi: “Per quali ragioni, la “nuova” illuminazione di piazza Kennedy è stata montata e smontata; se dovrà essere rimontata, oppure se e in che modo sarà sostituita; secondo quale organizzazione di cantiere si giustifichi, anche in relazione ai termini fissati per la consegna dei lavori e per il successivo collaudo dell’opera”.

Il caso è anche al centro anche della protesta di Manuel Colafrancesco, esponente di Forza Italia che parla di lampioni non a norma: "L’ultima è il caso dei lampioni scomparsi: dopo il montaggio dei nuovi pare che qualcuno si sia clamorosamente reso conto che non sarebbero a norma e dunque sono stati smontati durante la notte e al momento la piazza è priva di lampioni, salvo le due torri che ci sono dai tempi in cui era ancora un parcheggio. Poi c’è il caso del cosiddetto locale tecnico con le consolle per gli eventi in piazza. Nonostante abbia lo stesso impatto dei bagni esso è ancora collocato nella stessa posizione e non è stato neppure sostituito da un locale più basso come sembrava desumersi dagli annunci". Domanda il politico: "   Quando verranno installati lampioni a norma? Chi paga il doppio montaggio? Che fine esatta farà il locale tecnico?".

Da parte sua l’assessore ai lavori pubblici Fagnani ha spiegato che entro mercoledì prossimo i lampioni smontati torneranno. L’errore sarebbe imputabile alla ditta appaltatrice che si sarebbe resa conto che non tutti i modelli di lampione arrivati a Ravenna erano perfettamente uguali e conformi ai modelli ordinati. Una risposta che tuttavia fa controbattere lo stesso Ancisi: “Ci sono voluti quattro mesi perché la ditta si accorgesse che i modelli ordinati non erano conformi al capitolato di gara e non se ne sarebbe accorta tempestivamente l’amministrazione comunale pagante”. E chiede “di quale mancata conformità esattamente si tratti”.


 
 

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